Rignano Garganico. Nonostante l'intervento di Nicola Saracino, ex-sindaco ed ultimamente 'silurato' come capogruppo alla Comunità Montana del Gargano, si fa più nebulosa e critica la situazione e il clima politico a Rignano Garganico. Tanto, in vista delle imminenti elezioni amministrative di maggio, a scadenza naturale.
Il primo a non credere, come si dirà, al possibile ritorno sulla 'via di Damasco' del predetto uomo politico e degli altri suoi compagni di cordata 'fassiniana' è lo stesso sindaco in carica, Michele Ciavarella, 'berlingueriano' di ferro di ieri e di oggi. Va detto subito che quella in questione è una crisi che ha investito non solo la locale sezione dei Ds, ma l'intero quadro politico locale e forse anche lo stesso paese, creando un vistoso polverone, dove tutti si
rimescolano da destra a sinistra e viceversa, facendo credere così di avere ragioni vere e sante da vendere e da spendere in favore della collettività.
A parere di molti, è il solito vezzo delle persone 'navigate', che pur di conservare il posto nel panorama della politica locale, non disdegnano di smentire l'evidenza dei fatti e di versare lagrime vere o finte che siano sul latte volontariamente versato pochi minuti prima. Ecco, comunque, il resoconto che ci fa il sindaco Ciavarella in questa intervista.
Sig. sindaco, qual'è il suo parere sulla crisi in atto nell'Ulivo, a Rignano?
'E' un disegno di destabilizzazione che forse viene da lontano, ma che si è concretizzato nel settembre dello scorso anno, allorché alcuni miei compagni, quelli che mi stavano a fianco e che avevano sino allora condiviso tutte le responsabilità di governo, avevano chiesto l'allargamento della giunta, senza che ci fosse una impellente necessità. Dopo il no del Ppi, è seguito anche il mio e degli altri consiglieri Ds, in quanto la richiesta, fatta pochi mesi prima della scadenza della legislatura, non aveva senso ed avrebbe incrinato la nostra immagine di fronte all'opinione pubblica'.
E poi che cosa è accaduto?
'Gli stessi compagni, tra cui Saracino, hanno insistito, avvalendosi di una presunta decisione assunta all'unanimità dal direttivo sezionale, annunciando la rottura con i Popolari. Tutto
questo significava sfiducia nei miei confronti, il dissolvimento dell'Ulivo e la conseguente caduta dell'Amministrazione, se ci fossero stati i numeri. Al che si è ribellato il resto della sezione,
ritenendo non vera la decisione assunta e dannosa per il partito e la collettività . Di qui il loro passaggio all'opposizione.
Che cosa ha deciso il congresso cittadino al riguardo?
La segreteria uscente e la maggioranza ha sorvolato il problema, preoccupandosi più della
conta delle tessere e del potere, che della problematica amministrativa e delle esigenze dei cittadini'.
Ma perché non ti sei dimesso?
'Non mi sono dimesso per due motivi. Il primo, in virtù della mia posizione super partes di garante dell'unità dell'Ulivo, l'altro per assicurare la continuità del governo cittadino in un momento di grandi progettualità e di operosità'.
Ma non si voleva l'allargamento dell'esecutivo per sostenere questo discorso?
'Era un falso problema, i fatti ora sono sotto gli occhi di tutti. Stiamo spendendo, infatti, oltre due miliardi per migliorare le infrastrutture urbane, che stanno dando lavoro a tanti disoccupati.
Altri ancora saranno spesi entro la fine della legislatura. Abbiamo risolto tutti gli adempimenti in materia di edilizia ed urbanistica, dando esecutività a quasi tutte le lottizzazioni presentate sia nelle zone residenziali che nelle aree Pip. Definito pure il nuovo PUT'.
A che punto stanno le grandi opere e le grosse questioni, specie quelle annose, un tempo 'pane quotidiano' dell'opposizione rappresentate dalle liste 'Parabola' e 'Per Rignano'?
'Devo premettere subito che abbiamo definito e stipulato la relativa convenzione per la realizzazione imminente del Centro di riabilitazione del morbo di Alzhemeir, che darà ulteriore sollievo alla disoccupazione. Abbiamo risolto in parte la questione Ici. Stiamo premendo per il
completamento e l'attivazione del depuratore e via dicendo'.
Perché ha generato tanto clamore la sostituzione di Saracino nell'Ente Montano, dove sta l'incoerenza?
'E' una sostituzione legittima, in quanto egli siede coerentemente, insieme agli altri, nei banchi
dell'opposizione sin dal mese di settembre e non rappresenta più la maggioranza.
E' vero che la mozione di sfiducia nei suoi confronti non è passata, grazie all'appoggio dei consiglieri del Ccd e di An?
'E' falso, in quanto essa è stata respinta con sei voti a favore, quelli esclusivi della maggioranza Ds-Ppi, e cinque contrari, quelli dei tre miei ex-compagni e i due di Forza Italia, mentre i
consiglieri Leonardo Del Vecchio (Ccd) e Gino Nido (An) si sono semplicemente astenuti per dare validità alla seduta e per affrontare gli altri argomenti sul tappeto. Non ho mai chiesto il loro appoggio, né mai mi é stato concesso'.
Fonte: 'La Gazzetta del Mezzogiorno - Pagine di Capitanata' del 11/02/2002