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28/2/2002

E NELLE DIGHE AFFIORA IL FANGO
Da: 'La Repubblica - Bari'
FOGGIA - L'acqua nelle dighe come i miraggi nel deserto. Da Nord a Sud, dalle montagne innevate del Molise, agli estremi lembi del Salento, passando per le aspri valli lucane e i desertici altopiani del Gargano, il paesaggio non cambia.
Gli invasi meridionali sono come vasche da bagno ricolme d'acqua e sali profumati a cui viene tolto improvvisamente il tappo, ed ogni cosa in quel momento viene risucchiata nelle tubature: acqua, innanzitutto, ma anche schiuma e residui organici.
Così appaiono le dighe in questi giorni di assoluta siccità. E c'è chi pensa ai giorni che verranno, quelli dell'estate, quando quella siccità non sarà più solo un fantasma, ma si materializzerà nel livello dell'acqua che scenderà, scenderà ancora.
E allora le urla di dolore copriranno gli avvertimenti di questi mesi, di tutti coloro che da tempo sono additate come Cassandre e invece vedono scendere l'acqua.
[...] Se parli con quelli del consorzio, ti accorgi che non hanno più parole per esprimere il dispiacere di vedere agonizzante il gigante buono che avrebbe solo dovuto portare prosperità alle fertili terre di un Sud da sempre assetato, e che invece ne sta decretando una morte lenta e dolorosa.
'Da ventidue anni mi occupo in prima persona della diga di Occhito - racconta amareggiato, con la voce rotta dall'emozione, Leonardo Procaccini, ingegnere del consorzio e responsabile di una parte della gestione degli impianti irrigui - e non era mai successa una disgrazia simile. Abbiamo vissuto tempi difficili, ma mai come in questi ultimi mesi'.
L'acqua che se ne va dagli invasi è come il peso degli anni che passano per la gente che ci lavora a stretto contatto: 'Dispiace vederla vuota - dice Francesco Pisanelli, un altro ingegnere del consorzio che dietro la diga ha accantonato buona parte della sua vita professionale - specie se ripenso a come era fino a qualche anno fa'.
[...] Fatto sta che il principale raccoglitore e fornitore d'acqua della Puglia oggi è quasi all'asciutto: poco più di dieci milioni di metri cubi. E non va meglio in Basilicata, i cui cinque invasi (Monte Cotugno, Pertusillo, Casamastra, Basentello e san Giuliano) alimentano in parte anche il sistema idrico pugliese.
Per dirla con una metafora, l'acqua nelle dighe entra col contagocce ma esce dagli idranti. La soglia dell'allarme rosso è ormai superata da tempo e di questo passo, tra un mese o al massimo due - assicurano gli esperti - ne vedremo delle belle. Passata la pioggia, passata la piena.

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