'Domenica 26 gennaio, alle ore 11:30, la Capitaneria di Porto di Manfredonia, ha richiesto la collaborazione della Lega Navale Italiana di Manfredonia, in merito alle difficoltà in cui versava il delfino Filippo, che accidentalmente si era ferito.
Alcuni soci della citata Lega Navale e il sottoscritto, quale responsabile del Comitato per la tutela del mammifero, ci siamo prontamente attivati per soccorrerlo, nonostante le avverse condizioni meteo-marine. Arrivati sul posto, punta del porto industriale, a bordo di un gommone, avvistatolo, ci siamo resi conto che effettivamente il cetaceo versava in condizioni critiche.
Dopo averlo tranquillizzato e prestato i primi soccorsi, abbiamo constatato una ferita sotto il rostro di Filippo, con abbondante fuoriuscita di sangue e un piccolo taglio sulla pinna dorsale.
Nel primo pomeriggio ho verificato personalmente le condizioni del tursiope, rilevando che finalmente la ferita non sanguinava più. Il mattino seguente, sempre con l'aiuto di alcuni soci della L.N.I, gli ho spalmato una pomata cicatrizzante e antisettica, consigliataci da alcuni amici medici. Non è la prima volta che Filippo si ferisce, ma questo avviene anche in seguito a comportamenti errati a cui l'uomo lo ha abituato.
Mi riferisco ai giochi prevalentemente estivi, a cui viene sottoposto il povero Filippo dai diportisti superficiali alle prese con parabordi e oggetti vari legati con una cimetta e trainati dalle loro imbarcazioni.
Di fronte a questi tristi episodi, che diventano sempre più frequenti, siamo preoccupati per la sua incolumità.
Ho portato a conoscenza di quanto accaduto l'Amministrazione Comunale di Manfredonia, che appresa la notizia si è impegnata a contattare l'Istituto di Biologia Marina di Bari e forse anche il CNR di Lesina.
Noi siamo dei semplici volontari e amiamo questo delfino, che ha donato la sua amicizia all'uomo, senza ricevere nulla in cambio; proprio per questo con tutte le nostre forze, chiediamo per l'ennesima volta, un aiuto concreto da parte delle Istituzioni e di persone esperte che predispongano oltre ad un monitoraggio per verificare il suo stato di salute, anche un piano di emergenza se si dovessero presentare gravi situazioni di pericolo, prima che sia troppo tardi.
Con un pizzico di rammarico, ci tengo a far rilevare che mentre per lo spiaggiamento di tartarughe e ultimamente a Lesina per uno squalo elefante, morto quasi certamente per essersi impigliato tra le reti (23 novembre 2002) si sono mobilitati tutti, tra cui esperti e biologi, per Filippo fino ad oggi è stato fatto ben poco.
Dobbiamo augurarci per Filippo la stessa sorte dello squalo elefante di Lesina, per vedere finalmente qualcuno che si preoccupi di lui?
Altrove situazioni e fenomeni come il delfino di Manfredonia, sono tutelati e studiati con meticolosità, ma quando gli stessi si verificano a pochi passi dai 'santuari della ricerca', non succede nulla...
Filippo è parte integrante di un patrimonio naturalistico di eccezione, ci appartiene e spetta a tutti noi proteggerlo e tutelarlo.
Per caso, il delfino Filippo, sarà nato sfortunato?!?'
Il Responsabile del Comitato per la tutela del delfino Filippo - Giovanni Simone
(Comunicato stampa inviato il 29/01/03 ad ANSA-Puglia)