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21/2/2003

RAIDUE ‘RETE DEL NORD’. E IL SUD?
Lettera aperta del presidente della ‘Feder Mediterraneo’ agli organi di informazione
'Gentile direttore,
Raidue diventa la 'rete del Nord'. E' stata approvata il 20 febbraio scorso dal Consiglio di Amministrazione la delibera sulla cosiddetta 'tv federalista' che fa diventare Raidue la 'rete del Nord', così come è stato letteralmente scritto dalle agenzie stampa che hanno diffuso la notizia subito dopo l'ufficializzazione della storica decisione.
Si è parlato esplicitamente di una 'rete di area settentrionale che si occuperà di tutte le regioni del Nord, compresa l'Emilia Romagna'. Il Consiglio di Amministrazione ha dimenticato soltanto un piccolo, trascurabile particolare: se c'è una 'rete del Nord' ci deve essere anche una, corrispondente, 'rete del Sud'. Altrimenti di che federalismo stiamo mai parlando? O, forse, il consiglio crede che - per dare una, sia pur lontana, parvenza di riequilibrio nel trattamento riservato al Nord e al Sud - possano bastare le vaghe promesse secondo cui Raidue, cioè la 'rete del Nord', dovrebbe riservare la 'massima considerazione per il Sud'.
Per mettere le mani avanti di fronte alle più che prevedibili proteste suscitate da una decisione palesemente unilaterale e provocatoria, il consiglio avrebbe 'anche valutato forme di potenziamento del pluralismo dell'informazione nel Sud e del centro di produzione di Napoli'.
Se quanto è stato deciso per Raidue sul piano informativo è l'anticipazione di quanto sta per essere deciso sul piano politico-istituzionale con la 'devoluzione' che sta tanto a cuore alla Lega Nord, bisogna dire che il Sud, nella sua quasi due volte secolare disgrazia, è stato fortunato: perché ora sa che cosa lo aspetta con un federalismo pensato, confezionato e imposto solo ed esclusivamente a vantaggio di altre aree del Paese e che, per quanto lo riguarda, arriva con quasi 150 anni di ritardo, dopo che le regioni meridionali sono state letteralmente calpestate e spremute da uno Stato centralista imposto da eserciti provenienti, se non ricordiamo male, dalle stesse regioni cui si dedicherà, d'ora in avanti, Raidue.
Le parole con cui il presidente della Rai, Antonio Baldassarre, ha spiegato la decisione del Consiglio di Amministrazione sono di una chiarezza inequivocabile e tolgono ogni dubbio a chi volesse fare finta di non capire: 'Il federalismo', ha detto, 'ora è nella Costituzione, non in un regolamento ministeriale. E questo è un adeguamento della struttura Rai al principio: è cambiata la Costituzione e noi cambiamo anche la politica della Rai in proposito'.
Dunque, creando una 'rete del Nord' e non anche, contemporaneamente, una 'rete del Sud' ci si è mossi, secondo il presidente Baldassarre, in direzione del federalismo. Bene a sapersi...
'E' stato votato il trasferimento a Milano degli uffici del direttore di Raidue', ha aggiunto Baldassarre, 'ma non vogliamo certo 'spaccare' l'Italia...Per tanti anni la Rai è stata a Torino e non si è spaccato niente'.
Tutto qui e, secondo lui e il suo Consiglio di Amministrazione, il discorso potrebbe considerarsi chiuso. La sede della Rai è stata per tanti anni a Torino, ora la sede di Raidue sarà trasferita a Milano. Nessuno si domanda perché una rete o un centro decisionale della Rai non è mai stato o non potrebbe stare a Napoli, a Palermo o a Bari? La verità è che ormai è stato superato ogni limite e il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, devono dire subito e chiaramente di quale federalismo deve morire e con quale 'devoluzione' deve essere soffocato il Sud.
Gli stessi parlamentari della maggioranza governativa eletti nelle regioni meridionali non possono rimanere in silenzio di fronte a quanto sta avvenendo.
Se quello della Rai deve essere considerato il banco di prova del federalismo e della 'devoluzione', allora, il Consiglio di Amministrazione deliberi al più presto il trasferimento del direttore di Raiuno a Napoli, ex capitale del Regno delle Due Sicilie, e proclami Raiuno 'rete del Sud'. Non saprei se questa suddivisione possa essere considerata la soluzione migliore per riequilibrare e riqualificare l'informazione dell'ente radiotelevisivo di Stato in funzione degli interessi unitari dell'Italia, ma certamente non potrebbe mai essere tollerata l'esistenza di una 'rete del Nord' senza quella, corrispondente, di una 'rete del Sud'.
Se la situazione creata dalla sconcertante decisione del Consiglio di Amministrazione dovesse permanere inalterata, gli abitanti delle regioni comprese fra l'Abruzzo e la Sicilia avrebbero mille ottime ragioni per negare il pagamento del canone a una Rai che, non solo li discrimina, ma li sbeffeggia anche quando, come è stato scritto dalle agenzie di stampa, si dice che Raidue, 'rete del Nord', avrà la 'massima considerazione' per i problemi del Sud e che il centro Rai di Napoli verrà potenziato.
Un popolo consapevole della propria dignità, come per secoli è stato quello che vive nell'Italia meridionale e in Sicilia, non può accettare né l'elemosina, né la derisione.
Grazie per l'attenzione e cordiali saluti'.

Franco Nocella - Presidente della Feder Mediterraneo
(www.feder-mediterraneo.too.it)

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