Nel maggio del 1944, con uno stratagemma, Paolo Sabbetta, nativo di Cerignola, riuscì a salvare dalla deportazione nazista dieci ragazzi italiani che lavoravano nell'allevamento equino di Tor Mancina, in provincia di Roma, dove Sabbetta svolgeva all'epoca dei fatti funzioni di direttore.
In questi giorni, alcuni consiglieri di Monterotondo, il comune dove tuttora ha sede la tenuta di Tor Mancina, hanno chiesto al sindaco che venga concessa a Paolo Sabbetta, la cittadinanza onoraria e che venga eretto un monumento per ricordare le gesta della popolazione civile in quella che lo stesso 'Perlasca foggiano' chiama il movimento non violento della liberazione dai tedeschi.
I fatti avvennero il primo maggio del 1944, in piena fuga di tedeschi. Gli ultimi nazisti, prima di lasciare Roma avevano ordinato a Paolo Sabbetta di mettere a loro disposizione per il giorno dopo, quello stabilito per la ritirata, 20 cavalli e 10 ragazzi della tenuta. Il giorno seguente, senza alcun timore, all'arrivo dei tedeschi Paolo Sabbetta si presento' con 10 certificati medici.
'Tutti i ragazzi si sono sentiti poco bene la scorsa notte. Ecco i certificati medici' fu la spiegazione del direttore della tenuta al generale tedesco. E cosi i nazisti partirono senza ragazzi e senza cavalli.
Oggi Paolo Sabbetta, ultranovantenne, vive a Foggia in un appartamento che è un vero e proprio museo di storia. In primo piano la medaglia d'oro concessagli dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 1994.
A breve riceverà anche la cittadinanza onoraria dal comune di Monterotondo, ma ha ancora un ultimo desiderio: 'Purtroppo nessuno della mia città, della mia provincia, si è ricordato di me e di quello che è stato fatto. Mi piacerebbe - dice come fosse un sogno da realizzare - organizzare un viaggio a cavallo da Foggia fino a Tor Mancina per ricordare il grande impegno di tutte quelle persone della tenuta che si adoperarono, a rischio della loro stessa vita, per salvare gli italiani dalla persecuzione nazista'.