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9/7/2004

‘UNA BIONDA IN CARRIERA’
Il rosa shocking non va più di moda…
di Pierre Hombrebueno
'La Rivincita delle bionde' ci ha introdotto il personaggio di Elle Woods: abile studentessa di legge ad Harvard, sempre pronta a sorprendere col suo completino rosa shocking e l'assistente cihuahua, ragazza brillante ed intelligente, una sognatrice che crede in un possibile mondo perfetto e nella giustizia.
In questo sequel, 'Una bionda in carriera', Elle è ormai avvocata affermata e pronta a sposare il suo uomo, fino a quando non scopre che la mammina del suo fedele cihuahua è rinchiusa in un laboratorio di cosmetici che usa gli animali come tester. Elle comincia così la lotta più dura della sua carriera: cambiare la legge per evitare che animali vengano usate come cavie cosmetiche.
A meno che non siete dei cani o degli animalisti doc, non ve ne fregherà nulla della causa della protagonista. E questo è negativo assai per il film, perché lo spettatore non si appassiona alla lotta portata avanti da Elle, non c'è quella voglia o quel eccitamento che faccia dire: 'Oddio speriamo che ce la faccia!'. Perché tanto chi se ne frega se si testa il mascara su un cane, non ci potrebbe interessare di meno.
La storia è solo un pretesto per riportare a galla Elle Woods, per fare altri soldi, ma ci voleva davvero tanto a elaborare un soggetto un pochino più interessante di una lotta per i cani 'vittime' del make-up? E se un horror che non faccia inquietudine è traumatizzante, una commedia che non strappi un misero sorrisetto lo è ancora di più.
Manca del tutto la freschezza e la vitalità del primo film, così come le battute frizzanti e cool. Di certo non basta mettere un branco di 'gnocche' vestite bene per coprire la mancanza di idee ed intelligenza.
I cliché poi, sono incontabili, Elle Woods vincerà la causa? Certo che la vincerà, con tanto di applausetto finale visto e rivisto in una miriade di film. E non pensate che ora il sottoscritto vi stia dando spoilers, il film è di una prevedibilità che ha dell'allucinante, e per questo, pure noioso.
E purtroppo, il sorriso brillante e gli atteggiamenti da uptown girl di Reese Witherspoon non sono più utili di tanto. Semmai ci sarà un terzo capitolo, che ci sia almeno un'idea di base...

Pierre Hombrebueno è web critico di www.cinemaplus.it e Presidente dell'Italian Online Movie Awards

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