'Prendiamo atto che il Parco nazionale del Gargano, nei primi cento giorni della presidenza Gatta, non si è mosso male. Soprattutto se consideriamo che siamo all'inizio di una nuova fase. Riconosciamo onestà e dedizione nella persona del Presidente, anche nella schiettezza di alcune prese di posizione che a volte non abbiamo condiviso. Apprezzabile la promozione di iniziative di coordinamento tra Parco e forze dell’ordine, così come lo spirito ed il piglio con il quale è stata affrontata l’emergenza incendi'. Esordisce così Franco Salcuni, coordinatore Gargano e dirigente nazionale di Legambiente, nella sua riflessione sui primi 100 giorni della gestione Gatta del Parco nazionale del Gargano.
Legambiente però si chiede quale sarà l'agenda dei secondi 100 giorni. Continua Salcuni: 'Ora deve iniziare la fase delle cose che contano di più. Il Piano del Parco è la prima tra queste. Senza il Piano nulla di veramente significativo può accadere sul Gargano. Questo il Presidente lo sa bene, come lo sanno quei sindaci che finora ne hanno ostinatamente impedito il cammino: un Piano di qualità ed un Parco del Gargano nei pieni poteri è il miglior regalo di Natale che il Presidente e tutta la dirigenza del Parco possono fare a questa terra'.
Sulle richieste di riperimetrazione avanzate da alcuni comuni Legambiente chiede chiarezza: 'Ci sono problemi di merito e di metodo. Le proposte avanzate dai comuni sono in gran parte irricevibili: tutti chiedono unicamente di togliere territorio dal parco e non motivano affatto le richieste. Crediamo inoltre che sulla questione dei confini gravino troppe pressioni speculative di tipo politico ed elettorale. Se qualcuno crede che ci siano problemi seri sul perimetro noi siamo anche disponibili al confronto, ma questo potrà avenire solo se c’è il Piano del Parco che fissa le scelte di fondo e i criteri sulla base dei quali è possibile apportare qualche ritocco al perimetro.