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6/10/2004

LEGGE ELETTORALE: LA COMMISSIONE ‘SI AGGIORNA’
Sarà un gruppo ristretto ad elaborare la bozza
Sarà necessario ancora un momento di riflessione per definire l'ossatura della nuova legge elettorale. L'ipotesi elaborata dalla Commissione affari istituzionale della Regione Puglia è quella di nominare un gruppo di lavoro ristretto che elabori la bozza.
Ma sono ancora tutte da risolvere, le questioni che animano il dibattito politico: si o no allo sbarramento, alla sesta provincia, al voto disgiunto, alla preferenza unica.
Il presidente della Commissione, Alberto Tedesco ha ricordato agli altri componenti della Commissione che 'al momento della stesura dello Statuto si pensava di procedere, con lo stesso atteggiamento da costituenti, ad una legge elettorale che non si discostasse molto dall'attuale cosiddetta Tatarellum'.
Dal dibattito che si è tenuto durante la riunione della commissione sono emerse posizioni politiche differenti fra le varie forze politiche.
Il dibattito:
- Enrico Balducci (Udc). La proposta di Balducci è quella di trasformare le liste in collegi uninominali, una sorta di elezione sul modello di quella della provincia o del senato. 'Bisogna tenere presente come obiettivo - ha detto - la stabilità, la governabilità e la moralità politica'.
- Lucio Tarquinio (Forza Italia). 'Credevamo di dover affrontare la discussione su di una bozza già più o meno definita - ha detto il capogruppo di F.I. - invece questo non è accaduto. Pensiamo che sia necessario avere una traccia su cui discutere e sulla quale sviluppare il dibattito'.
- Tommaso Attanasio (Alleanza nazionale). La posizione di Alleanza nazionale espressa da Attanasio e condivisa dagli altri consiglieri presenti in Commissione, Giuseppe Marinotti e Saverio Congedo, è chiara sulle varie questioni: sbarramento del 5%, preferenza unica, voto disgiunto, premio di maggioranza (60 - 40); da approfondire, invece la questione del collegio elettorale in riferimento alla sesta provincia.
- Mimmo Lomelo (Verdi). Non si discosta molto da Tatarellum l'ipotesi proposta da Lomelo, che ha ricordato il 'patto fra gentiluomini' sulla scelta del modello elettorale fatto nel corso del dibattito sullo Statuto. 'La questione del listino - ha detto Lomelo - mi lascia indifferente, ma dobbiamo tenere presente che la passione che ultimamente ci attanaglia, di tirare in lista uomini della società civile, ci deve porre anche il problema di fornire loro delle garanzie'. Lomelo si è dichiarato contrario al collegio uninominale'.
- Pietro Pepe (Margherita). Il portavoce della Margherita ha posto una mozione di natura politica sul metodo di lavoro. Il problema per Pepe riguarda le linee di principio sulle quali lavorare: 'siamo d'accordo - ha detto - sul fatto che stiamo procedendo nella direzione di approvare una legge elettorale con un ampio consenso? Oppure stiamo lavorando sapendo che poi, tutto si risolverà a colpi di maggioranza'?.
- Carmine Dipietrangelo (Ds). I democratici di sinistra hanno già definito una posizione unitaria chiara sulle questioni. 'Siamo dell'avviso - ha detto Dipietrangelo - di non stravolgere il Tatarellum e su quella valida traccia lavorare'. Quali cose cambiare? 'Per esempio - ha spiegato l'esponente diessino - la necessità di avere il voto congiunto, chi vota il presidente, cioè, deve votare un candidato delle liste legate alla stessa coalizione del presidente'. Dipietrangelo ha posto poi altre questioni: l'equilibrio fra i generi, un premio di maggioranza simile a quello previsto per l'elezione dei Consigli comunali (60-40), superamento del listino, voto congiunto e sulla sesta provincia 'occorre stabilire le condizioni partendo da presupposto che i Democratici di sinistra non sono contrari'.
- Arcangelo Sannicandro (Rifondazione comunista). 'Questo è il tempo peggiore per affrontare questa questione - ha detto Sannicandro - stiamo elaborando la legge elettorale quasi in coincidenza della presentazione delle liste elettorali'. Severo il giudizio dell'esponente di Rifondazione anche sulla questione dello sbarramento: 'in 50 anni di storia della democrazia nessuno ha mai pensato di cancellare i partiti minori' ha detto. Il modello di Rifondazione comunista è il Tatarellum 'così come fu definito nel corso della stesura della Statuto' - ha ricordato Sannicandro.
- Alfonso Pisicchio (Rinnovamento Puglia). No secco allo sbarramento e al voto disgiunto, innanzi tutto. Pisicchio è possibilista sulle altre questioni: sesta provincia, listino, doppia preferenza e certamente sì ad una corsia preferenziale per le donne.
- Michele Pelillo (Margherita). Il consigliere Pelillo ha ricordato lo 'spirito costituente' e la necessità di convergere su una ipotesi 'la più largamente condivisa'. 'Noi partiamo - ha detto - dal principio di equità della rappresentanza proporzionata all'entità numerica delle circoscrizioni provinciali. Questo è un dato fondamentale che per la Margherita, deve essere il cardine ispiratore della legge elettorale'. La tutela del genere è la seconda questione posta: 'potremmo partire - ha detto Pelillo - dalla ipotesi che ciascun genere non superi la soglia del 70% in ogni lista'. Poi: voto congiunto che 'è più coerente con le regole affermate dallo Statuto vigente'; abolizione del listino, premio di maggioranza sul modello della legge comunale (il 20% però per Pelillo, 'sembra eccessivo'), preferenza unica e sulla sesta provincia 'verificare la fattibilità'.
- Giovanni Valente (Comunisti italiani). 'Si deve partire dal Tatarellum - ha detto Valente - senza sbarramento, se non ci sarà una posizione condivisibile noi presenteremo la nostra proposta di legge'.
Il presidente Tedesco ha consegnato ai componenti della Commissione i soli sette articoli elaborati della nuova legge elettorale . Con questa 'ouverture' così l'ha definita Tedesco, si fissano i principi generali, le incompatibilità, le ineleggibilità e i procedimenti elettorali. Tutta materia condivisibile 'in linea di massima' dall'intera Commissione.

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