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16/11/2004

MERCATO DEL LAVORO: FLESSIBILITA' E NON PRECARIETA'
Intervento di Pietro Pepe, portavoce della Margherita alla regione
L'evoluzione del mercato del lavoro italiano, nell'ultimo decennio, è stata caratterizzata dalla crescente diffusione delle forme di lavoro cosiddetto atipico (non standard) rispetto al lavoro subordinato e alle tradizionali forme di lavoro autonomo. Tra le forme di lavoro atipico più diffuse, con livelli di subordinazione più o meno accentuati, vi sono i contratti di lavoro a tempo determinato, part-time, temporaneo, le collaborazioni occasionali e le collaborazioni coordinate e continuative. Uno degli aspetti più rilevanti della diffusione del lavoro atipico e legato all'aumento di forme di lavoro confinanti con il lavoro autonomo: parliamo delle collaborazioni coordinate continuative (o lavori a progetto) e delle collaborazioni occasionali. Queste forme di lavoro identificano il soggetto come 'un lavoratore con un diverso grado di autonomia, che può operare una gestione più indipendente dei tempi, dei modi e dei luoghi di lavoro'.
L'attuale scenario del mercato del lavoro registra con grandi numeri nuove forme di lavoro non riconosciuto, basate sul rischio personale e spesso sviluppatesi come alternativa alla disoccupazione.
Questi lavoratori definiti 'capitalisti personali' - in Puglia oltre 115.000 (fonte sindacale) - non sono tutelati da normative precise, necessitano di forme di rappresentanza per affermarne l'identità ed i diritti, hanno forte difficoltà ad accedere alla formazione ed al credito.
Le evoluzioni organizzative e strutturali del settore industriale e la frammentazione dei processi produttivi hanno fatto emergere la richiesta maggiore di flessibilità.
Altro elemento determinante è stato quello della crescita del terziario che, per le sue caratteristiche, necessita di una spiccata fluidità nella gestione delle prestazioni lavorative.
Parallelamente e emersa una tendenza della forza lavoro nuova (giovani in ingresso nel mercato del lavoro, ma anche adulti, in particolare donne) a ricercare forme di occupazione che consentano di conciliare meglio il rapporto tra tempi di vita e tempi di lavoro, di proseguire o finalizzare gli studi intrapresi, di sviluppare in modo più autonomo il proprio progetto professionale.
In questo panorama con la Riforma Biagi (Legge 30 del 14 febbraio 2003 e Decreto legislativo 276 del 10 settembre 2003) si stabilisce l'esigenza di regolamentare e ridefinire le nuove forme di lavoro atipiche.
L'attuazione di tale nuova disciplina è tuttora in divenire così come gli effetti che produce sul mercato del lavoro in termini di strutturazione delle nuove forme di lavoro. La Margherita denuncia il disimpegno delle massime istituzioni regionali pugliesi e il disinteresse del centrodestra su questo pezzo importante del mercato del lavoro. Reputa necessario trovare forme concrete di intervento su queste figure contrattuali sempre più presenti anche da noi e fornire ai lavoratori atipici gli strumenti per trasformare queste occasioni di lavoro, sia pure non subordinato, in opportunità di crescita professionale e di carriera, facendo in modo che la flessibilità non si traduca soltanto in maggiore precarietà e minori diritti.
La Margherita intende proporre l'attivazione nella Regione Puglia di una rete per il lavoro atipico e guarda con attenzione ai Centri Laborazioni, luoghi di aggregazione, scambio e interazione fra lavoratori atipici, imprese ed enti del territorio.
I Centri Laborazioni - presenti attualmente a Santeramo in Colle (centro pilota) e Barletta, in provincia di Bari, ed a Lecce - sono stati generati dal Progetto Equal Lasa (iniziativa comunitaria finanziata dal Fondo Sociale Europeo e dal Ministero del Lavoro), gestito da un'Associazione Temporanea d'Impresa con capofila il Comune di Santeramo in Colle (Ba) e partner privati e pubblici.
I Centri sono un luogo di formazione/azione di eccellenza governato e garantito da tutor facilitatori, esperti in grado di interpretare i bisogni del mercato attraverso una nuova metodologia che favorisce rapidi processi d'apprendimento.
I Centri, offrono ai loro utenti (sia lavoratori atipici sia imprese) una serie di servizi che vanno dall'orientamento alla formazione, allo sviluppo delle competenze trasversali, fino ai servizi di consulenza e di esternalizzazione per le imprese e di ricerca e selezione del personale.
Nel loro ambito operano, a differenti livelli, il 'Network delle competenze', attraverso il quale i lavoratori possono scambiarsi conoscenze ed esperienze, oltre a promuovere la propria qualità professionale presso le imprese del territorio di riferimento, e il "Network delle organizzazioni" che coinvolge attivamente organismi pubblici e privati nel processo di sviluppo economico del territorio.
All'interno dei Centri Laborazioni sono costituite anche le Botteghe di Progetto, veri e propri spazi operativi che permettono ai lavoratori aderenti di sviluppare servizi ed idee imprenditoriali.
L'idea della Margherita è insomma quella di elaborare un progetto regionale basato sul know-how dei Centri Laborazioni che operano in collegamento con le organizzazioni sindacali e datoriali e con i Centri per l'Impiego, ha come obiettivo la realizzazione di una rete articolata di servizi di informazione, assistenza, orientamento e formazione/azione, con la finalità di strutturare un sistema di opportunità formative e professionalizzanti al servizio dei lavoratori atipici per acquisire coscienza del proprio ruolo professionale e migliorare la propri posizione occupazionale.
La finalità è, anche, quella di inserire all'interno del programma elettorale del centrosinistra, nell'ambito delle politiche del lavoro, questa esigenza e di non lasciare soli i lavoratori atipici.

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