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16/12/2004

CINEMA: ‘DONNIE DARKO’
Arriva l'ultimo cult generazionale...
di Pierre Hombrebueno
Difficile, veramente difficile cogliere l'essenza di un film tanto complesso come Donnie Darko, ricchissimo di elementi, di personaggi, di tematiche, di paesaggi, onirici e non. Dall'alto l'opera di Kelly è un lussuoso puzzle, piena di citazioni e di citazioni nelle citazioni. È facile invece comprendere come sia nato il fenomeno che ha portato a definire Donnie Darko un 'cult' tra i giovanissimi.
Ogni personaggio, anche di secondo livello, è volutamente marcato per rimanere nella mente degli spettatori: la cinesina grassa, la vecchia allucinata sempre in mezzo alla strada, il bullo della scuola, l'insegnante insopportabile, il piccolo vicino di casa, insomma, ogni personaggio, anche se non contiene un proprio perché, fa la sua bella figura scenica, proprio perché è la scena il punto di forza dell'opera di Kelly, che ci trasmette mediante le sue immagini una brodaglia di sentimenti ed emozioni.
L'immagine è l'arma del regista, e questo Kelly lo sa bene, così sfrutta al massimo ogni minimo frame, si diverte a dilatare lo spazio temporale con rallenty, flashbacks e flashforwards, mettendo su pellicola una specie di viaggio in acido meno onirico del Kubrick. Un viaggio che cade nell'horror, nel romantico, nel thriller, aspettando la fatidica fine del countdown per la distruzione del mondo.
Un personaggio anti-eroe simbolo della frustrazione adolescenziale fatto corpo e volto da Jake Gyllenhaal, perfetto nel suo volto da ragazzino qualunque, sensibile ma indifferente, buono ma tentato, arrogante ma solo, un Holden Caulfield del post 2000, dove il tempo o corre troppo velocemente o troppo lentamente, dove tutti sono di passaggio sopra un mondo sospeso.
Donnie Darko è contro la piattezza televisiva che ha invaso il cinema e non pretende di essere un film da decifrare, è invece come un roller coaster miscellanea di frammenti di vita da un altro mondo, dove tutto è visto e rivisitato con la magia del Cinema di Carpenter, Lynch, Cronenberg, il tutto senza vergogna di giocare con stereotipi.
Inutile cercare di interpretare ogni personaggio o evento per farsi le paranoie mentali (questo non è lo scopo né del Cinema né di Kelly), l'opera è stata concepita per farci assimilare gli elementi che riteniamo di stretta utilità personale. Non cerchiamo chiave all'enigma perchè non si tratta di un enigma, bensì di un viaggio all'altro mondo.
'Ho visto cose che voi esseri umani non potreste nemmeno immaginarvi'. Replicante docet. Donnie Darko, idem.

REGIA: Richard Kelly
CAST: Jake Gyllenhaal, Mary McDonnell, Holmes Osborne

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