Egregio direttore,
sarebbe interessante aprire un dibattito, anche nella nostra provincia, sui rapporti tra diessini e socialisti dopo il Congresso Nazionale dei DS che è stato uno dei più importanti a cui ho partecipato nella mia ormai lunga militanza di partito. Importante, non solo per il clima unitario e fiducioso che si respirava, perché Fassino, Prodi e D’Alema hanno parlato al Paese, ma soprattutto per aver finalmente chiuso una lacerazione che si è alimentata quasi per tutto il '900 con un pezzo importante della sinistra riformista italiana.
In questi giorni ho letto molti commenti, sono rimasto deluso e disgustato dalle posizioni di Flores d’Arcais, capisco perché giustamente Craxi lo definiva 'l’intellettuale dei miei stivali'. Invece di notevole importanza ritengo l’intervista rilasciata da Rino Formica al Corriere del Mezzogiorno. Le sue dichiarazioni in Puglia possono aprire finalmente la strada all’unità della sinistra riformista e a costruire una nuova stagione delle riforme e della modernizzazione nella nostra Regione.
E’ vitale aprire un dialogo qui in Puglia, dove forte era la presenza socialista, per arrivare ad un patto federativo tra tutte le famiglie della sinistra riformista. La Quercia, a mio avviso, non deve perdere questa opportunità, l’apertura congressuale di Fassino, il riconoscere l’importanza della funzione di Craxi all’interno della sinistra italiana, sarà veramente produttiva se mette in crisi quella parte dell’elettorato socialista che ha trovato una sua collocazione nel centro destra.
In questa provincia i pensieri lunghi di una personalità come Formica o l’azione di chi molto più modestamente nei DS in questi anni ha lavorato sempre con un occhio al recupero di quel riformismo che si era manifestato con forza nel PSI di Craxi, possono essere rallentati o inficiati da posizioni di autosufficienza all’interno dei DS e da una politica di sopravvivenza, di rendita di posizione, come quella che l’on Di Gioia sta praticando in quest’ultimo periodo che già mina, a mio avviso, la stessa Federazione dell’Ulivo. Per questo rivolgo un appello a quanti hanno diretto il PSI negli anni di Craxi, da Mimì Romano ad Angelo Ciavarella, da Michele Cologno allo stesso Roberto Paulucci a misurarsi, come ha fatto Formica, con le novità sancite dal congresso nazionale dei DS. Noi diessini invece, dobbiamo essere pronti ad un confronto senza rete, ma soprattutto dobbiamo lavorare ad una nuova prospettiva unitaria all’interno del Partito del Socialismo Europeo. Si, ha ragione Formica, il congresso dei DS ha messo a disposizione delle idee una forza che fino ad oggi si era autolimitata. Ora tocca a tutti noi attraverso di essa far camminare le idee. In questo senso credo sia giusto raccogliere la sfida, subito dopo le regionali, nella nostra provincia, lavoriamo assieme ad un Patto Federativo e ad una convenzione programmatica dei DS e di tutti i socialisti della Capitanata.
Dino Marino


Non posso far altro che condividere questa tesi, anche se credo che sia fondamentale dividere le idee politiche riformiste di Craxi dal suo essere 'politico'. La storia è maestra fondamentale, ed è fatta di documenti e di fatti che non bisogna mai dimenticare, altrimenti l'oblio ci porterà a giustificare qualsiasi crimine e qualsiasi atto disumano solo perchè politicamente giustificabile.