Gent.mo Sig. Direttore
A titolo di cronaca, e per conoscenza, la coinvolgo, in merito alla sconvolgente notizia sullo sfratto di Cecco d'Ascoli dalla sua piazza da parte di Papa Giovanni Paolo II, suscitando nell'animo degli ascolani lombardi un immenso rammarico per la perdita del loro amato poeta.
Ci siamo chiesti: Papa Giovanni Paolo II è pienamente d'accordo e contento di prendere possesso di una piazza appartenuta per circa un secolo ad un ghibellino negromante condannato per eresia a morte violenta e bruciato vivo dopo un supplizio inflittogli dalla sanguinosa Chiesa di Papa Giovanni XXII da Avignone?
Siamo sicuri, che Papa Giovanni Paolo II, dopo tutti i perdoni chiesti in nome della Sacra Romana Apostolica Chiesa ad Ebrei ed Eretici, approva questo forzato e medianico trasloco ? ciò significa mettere al rogo per la seconda volta questo povero martire; non contando l'umiliante esilio subito da parte dei fascisti negli anni '30 intitolando la piazza in " Piazza della Rivoluzione" per poi tornare a Piazza Cecco d'Ascoli con l'avvento della Repubblica.
Inoltre, come farà Papa Giovanni II a convivere in una piazza occupata in parte dall'Albero della Libertà, a ricordo dell'eccidio avvenuto da parte della banda dei Sanfedisti, sotto il comando del sinistro Cardinale Ruffo ?
Anche se i natali di Francesco Stabili sono delle Marche, per un secolo la sua convivenza e la sua notorietà di poeta, medico, astrologo, aeronauta ed alchimista, apportarono ad Ascoli Satriano in Capitanata, gran notorietà.
Amareggiati, da quest'infatuazione collettiva e medianica, noi Ascolani Lombardi, continueremo a chiamarla Piazza Cecco d'Ascoli.
( l'ho detto - l'ho insegnato - lo credo).Parole di Cecco d'Ascoli nella sua autodifesa.
Cordiali saluti Sergio Curci