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15/7/2005

FACCIAMO LA CASA DELLO SCRITTORE IN QUEL FARO
Un'intrigante idea di chi ha trovato ispirazione ai piedi del faro delle Tremiti
Mi chiamo Max Giovagnoli e faccio lo scrittore. Ai piedi del faro di San Domino ho scritto una decina di pagine del mio ultimo romanzo, e scalettato il prossimo. Si tratta dello stesso faro messo in vendita questa settimana, vicenda che in una sua intervista per Teleradioerre il sindaco delle Tremiti ha commentato dicendo: "penso che quel faro sarebbe proprio da eliminare, perché non ha più quella funzione che aveva in passato, essendo stato sostituito da un traliccio che ha un migliore impatto ambientale. Secondo me andrebbe proprio abbattuto."

Le macerie della vecchia casa colonica del faro di San Domino, butterate dall´incuria e quasi inaccessibili, con qualche brutto segno degli anni sulla faccia, sono invece a mio parere un luogo straordinario e magicamente votato alla scrittura, una di quelle piccole terre franche sempre più difficili da trovare per un artista. E se la "funzionalità" è una categoria inapplicabile ormai da decenni al fascino e alle suggestioni emotive che suscita il faro di San Domino, basta rimanere ai suoi piedi anche solo per pochi minuti per cogliere facilmente la sua bellezza, che richiede tempo e indulgenza ma che ripaga il visitatore con generosità e pace interiore.

La recente messa in vendita del faro mi ha scosso profondamente, come scrittore e come amante di Tremiti. Nelle modalità, nelle potenzialità del posto (per il quale la proposta del sindaco di trasformare il faro in un Museo del Mare è onorevole, ma a mio modesto parere inadeguata) ma soprattutto per l´equilibrio di un micro-habitat naturale che sarà difficilissimo e antieconomico per chiunque rispettare.

Sto sollevando un dibattito molto vivo su Internet in questi giorni sulla questione, coinvolgendo scrittori e artisti che considero "illuminati". Mi piacerebbe convincere il Comune di Tremiti a partecipare a un progetto per il recupero del faro invece che al suo abbattimento, finalizzato all´apertura di una Casa dello scrittore europeo e del Mediterraneo. Una struttura che comprenda una biblioteca comunale, che manca nell´isola e per la quale da qualche anno sto raccogliendo personalmente un fondo librario; una sala presentazioni e dibattiti, che potrebbe fungere anche da cineforum o aula per corsi avanzati di scrittura nelle diverse discipline dello spettacolo e dei media, e un paio di stanze in cui ospitare scrittori provenienti dai diversi paesi dell´unione europea, in cambio della loro partecipazione a spettacoli, iniziative culturali e formative, corsi di alfabetizzazione tecnologica e di lingue oltre a performance artistiche di vario tipo. Si tratta di iniziative che porterebbero sull´isola un turismo culturale diverso da quello "migratorio" e un po´ aggressivo di oggi, di iniziative che durerebbero tutto l´anno e sarebbero rivolte in primis agli abitanti dell´arcipelago e non solo nella congestionata temperie estiva. È un progetto in cui credo e un´idea che è nata in me "sul posto", mentre scrivevo.

Ovviamente mi rendo conto che è un progetto ambizioso, non virtuosissimo economicamente, una vera e propria battaglia culturale, direi. Non ho ancora avuto la possibilità di un incontro col sindaco, col quale invece mi piacerebbe aprire un dibattito progettuale e – da parte mia, che a Tremiti mi sento a casa ma che non ci sono nato – assolutamente non invadente. Se queste poche righe possono servire come appello dunque, io l´ho lanciato. Un progetto esiste. Chi vorrà aderirvi, suggerendomi idee, iniziative, o "missionarie" partnership, mi troverà al solito sul blog www.proiettiliperscrittori.ilcannocchiale.it. La magia della scrittura è molto facile da rubare. Chi la ama e la comprende lo sa. Un museo del mare con un patrimonio giocoforza limitato e un´apertura al pellegrinaggio giornaliero che durerebbe, ipotizzo, al massimo per la stagione estiva, mi sembra una soluzione onorevolissima ma poco originale e che non porterebbe un surplus culturale vero, nell´isola.

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