Riapre la Sezione Archeologica del Museo civico di Foggia, dedicata a Marina Mazzei, l’archeologa foggiana prematuramente scomparsa. Il nuovo allestimento sarà inaugurato sabato 17 dicembre, ore 18, alla presenza del Sindaco, Orazio Ciliberti, dell’assessore alla cultura, Potito Salatto e dal Soprintendente archeologo per la Puglia, Giuseppe Andreassi.
“L’Amministrazione comunale – ha dichiarato il sindaco, Orazio Ciliberti presentando l'iniziativa - con immenso piacere ed onore, ha inteso dedicare la sezione archeologica a Marina Mazzei. Un dovuto omaggio ad una studiosa per il suo straordinario lavoro di ricerca e per l’instancabile impegno culturale e civile che si è spesso palesato nella lotta allo scavo illegale”.
"Con la consegna ai cittadini della sezione archeologica – ha aggiunto l’assessore alla cultura, Potito Salatto- , il Museo si appresta a ricoprire appieno il suo ruolo di attivo istituto di cultura e centro di divulgazione della più antica storia del territorio della Daunia”.
L’itinerario parte dal Neolitico (due sale curate da Anna Maria Tunzi , direttore archeologo della Soprintendenza), l’età in cui si afferma, in particolar modo nel Tavoliere, una civiltà avanzata incentrata sulla presenza dei villaggi trincerati. La prima sezione è dedicata proprio ai villaggi del territorio comunale con i risultati degli scavi effettuati a Passo di Corvo e a Foggia (villa comunale e area ex Ippodromo).
Reperti ceramici e materiali litici raccontano la vita quotidiana di agricoltori ed allevatori che abitarono questa terra dal VI al IV millennio a.C.
Segue un ampio percorso espositivo , curato da Gloria Fazia, direttore del Museo civico: dall’età del ferro alla nascita della civiltà daunia fino alle testimonianze di età romana. “Si è voluto privilegiare, infatti, il filo conduttore della cronologia per mostrare ai visitatori i materiali presenti nel museo e attestanti lo sviluppo di una società apertasi solo nel IV secolo a. C. alle influenze della cultura magnogreca”, ha precisato Gloria Fazia.
Sono esposti soprattutto corredi funerari provenienti da Arpi, Ascoli, Salaria, Ordona ma non mancano esemplari di bronzi, stele daunie, terrecotte architettoniche, coroplastica votiva, statuaria di età romana. Due angoli sono dedicati, quasi come parentesi didattiche, alla produzione della ceramica e decorazione geometrica, tipica della nostra cultura e alle terracotte architettoniche con interessanti esemplari provenienti da vecchi fondi del museo e probabilmente di provenienza arpana.
Oltre alla sala introduttiva al percorso archeologico a cura di Marisa Corrente, direttore archeologo della Soprintendenza, sono stati allestiti pannelli che illustrano la scottante tematica dello scavo clandestino e dei danni che esso causa al patrimonio dauno.