Prendo spunto dalle righe conclusive della nota di Franco Chiarello, diventata la base del documento delle associazioni della cittadinanza attiva, per la richiesta delle primarie in Puglia, in vista delle decisioni sui candidati alle politiche di aprile.
In esse si afferma che: “Le primarie o sono aperte a tutti coloro che si dichiarano elettori di un partito e vogliono contribuire alla scelta dei candidati di quel partito o semplicemente non hanno ragione di essere. Il rapporto tra iscritti ai partiti ed elettori del centrosinistra è talmente sbilanciato a favore di questi ultimi e questi, a loro volta, sono in così larga misura cittadini attivi che malaugurate ipotesi di svolgere primarie ristrette ai soli iscritti, sarebbero nei fatti una caricatura di questo strumento, un goffo espediente per vanificarle”.
La reazione dei partiti si è già fatta sentire, tanto da richiedere un intervento chiarificatore di Franco Cassano, co-autore della nota, che ha precisato: “I partiti sono un elemento fondamentale. Ma non l’unico. Non devono cedere alla tentazione –per rispondere alle richieste della cittadinanza attiva- di cavarsela cooptando individui e… situazioni”.
Gli fa eco l’On. Giovanni Procacci, che invita DS e Margherita a scegliere i candidati: “allargando la platea decisionale, confrontandosi con la società civile”.
Praticamente nelle stesse ore Romano Prodi diffondeva un documento, apparso sul suo sito, dal titolo molto eloquente: “Partito Democratico, perché occorre accelerare”.
E’ evidente quanta sintonia si possa registrare da un lato e quanta distonia producano, invece, le dichiarazioni stizzite dei segretari regionali pugliesi dei diversi partiti dell’Unione, che bocciano la proposta e parlano di “una richiesta segno di sfiducia”.
Risulta ovvio, a questo punto, che mettersi di traverso all’accordo-base tra DS e Margherita non porta da nessuna parte. L’ostinazione e la costanza dell’azione politica, invece, devono in qualche modo far sì che non resti fine a se stesso e possa aprirsi ed includere quant’altro è stato auspicato col progetto dell’Ulivo.
Prodi, ancora una volta, cerca di andare oltre l’asse DS/Margherita e lo afferma con forza nei suoi ripetuti richiami a quel che gli elettori “Ci chiedono”. Parla di domanda che sale dalla società; di liste civiche di centrosinistra, di movimenti e di singoli cittadini.
Fino a prospettare: “di dare corpo a un soggetto politico unitario, forte nei partiti e aperto a uomini e donne che non vivono quell’appartenenza, e che sia finalmente dotato di organi propri, in grado di assumere decisioni impegnative”.
Il direttore d’orchestra raccoglie impegno e passione. Tanta armonia potrebbe dar vita ad un tema nuovo. Largo o allegro vivace. Ma potrebbe anche sfociare in un vero e proprio: presto con fuoco!