Puglia, Basilicata e Campania, tre regioni adiacenti, unite saldamente per secoli dalla cerniera blu del Fiume Ofanto, corso d’acqua che da sempre vanta della presenza di una silenziosa regina: la lontra.
Un simpaticissimo animale, la cui numerosa popolazione si è notevolmente ridotta, proprio durante questo secolo.
Infatti, fino al 1971 fu considerata dalla legge italiana, animale nocivo e liberamente abbattibile, fatto questo, che l’ha portata quasi all’estinzione. Solo nel 1976 fu legalmente protetta e attualmente risulta essere fra i mammiferi più minacciati d’Italia, inserito nella lista rossa dell’IUCN (1988). Storicamente la Lontra in Puglia non è mai risultata una specie oggetto di caccia fine a se stessa quanto piuttosto di circoscritte competizioni con chi traeva sostentamento dalla pesca. Qui alcuni anziani locali la ricordano con il nome di 'Gattacefala', con evidenti riferimenti alle abitudini alimentari. Più a monte, tra la Puglia e l’Irpinia viene ricordata con il nome di 'Otaro' (analogamente al termine inglese Otter = lontra) o 'cane d’acqua'.
Grazie ad un finanziamento P.O.R. della Regione Puglia, il gruppo di ricerca del Centro Studi Naturalistici ONLUS e la Comunità Montana dei Monti Dauni Meridionali stanno intraprendendo azioni di salvaguardia della specie.
Dalla ricerca sta emergendo, come le maggiori cause del degrado del fiume siano da attribuirsi innanzitutto alle captazioni abusive delle sue acque e all’inquinamento industriale ed urbano, oltre che alle opere artificiali di arginatura con blocchi di cemento delle sue sponde. Unitamente, è da considerare che popolazione della Lontra nell’Ofanto è strettamente legata al processo di degrado progressivo che ha interessato, nell’ultimo mezzo secolo, le aree naturali del fiume. È appurato che la Lontra si colloca ai vertici della catena alimentare (super predatore) e quindi è tra le prime specie che risentono della diminuzione della produttività e quindi della scomparsa o della frammentazione dell’ecosistema fluviale.
In quale maniera allora possiamo aiutare le lontre pugliesi?
Ecco alcuni consigli utili:
- sostenendo la conservazione ambientale;
- evitando l’inquinamento delle acque del fiume Ofanto;
- contattando gli organi competenti nel caso di evidenti illegalità (bracconaggio, captazioni abusive, reti usate per la pesca nel fiume, taglio del ripariale ecc.)
- avvertendo il Centro Studi Naturalistici o la Comunità Montana dei Monti Dauni Meridionali in caso di qualsiasi argomento riguardante la lontra ed i corsi d’acqua provinciali (animali feriti, uccisioni, bracconaggio e tutto ciò che può compromettere il suo habitat fluviale);
Il Centro Studi Naturalistici ONLUS è un’associazione iscritta allo schedario Anagrafe Nazionale delle Ricerche, chiunque voglia affiancare i ricercatori nel monitoraggio o dare utili informazioni può contattare il CSN al seguente indirizzo e-mail: info@centrostudinaturalistici.it