Ed alla fine tutto mutò. Lazio-Inter 4-2, Udinese-Juventus 0-2, Torino-Roma 0-1: l'ultima giornata della massima serie del campionato italiano di calcio è stata la dimostrazione che nello sport, come nella vita, nulla è sottinteso, programmabile, prevedibile. Lo scudetto numero 26 della Juventus non è soltanto la vittoria pulita dell'armata bianconera di sir Marcello Lippi, rientrato a Torino dopo due anni di sbandamenti alla guida dell'Inter, è il segno dell'audacia, della fiducia nei propri mezzi, della continuità contro le malelingue, le geometrie di liberi e motivabili pensatori, il compromesso di comodo.
Lippi, ancora lui, l'eroe viareggino riporta, per la quarta volta, la società torinese, targata Agnelli, Boniperti, Chiusano, Bettega, Moggi e Giraudo, sul podio più alto dell'Italia calcistica: migliore attacco, migliore difesa e titolo di capocannoniere al francese Trezeguet, degno erede di Michel Platini nell'olimpo dei goleadores.
Gianluigi Buffon, Alessandro Birindelli, Ciro Ferrara, Mark Iuliano, Michele Paramatti, Gianluca Pessotto, Lilion Thuram, Igor Tudor, Paolo Montero, Cristiano Zenoni, Antonio Conte, Edgar Davids, Enzo Maresca, Pavel Nedved, Alessio Tacchinardi, Nicola Amoruso, Alessandro Del Piero, Marcelo Salas, David Trezeguet, Marcelo Zalayeta: è la vittoria contro il clamore della scorsa estate per le partenze, pur eccellenti, di vari 'soldati' come Zidane e Inzaghi, la rivincita di due scudetti consecutivi scivolati tra le dita, il segno di quanto possa valere un'idea o costare un'illusione.
Moratti e Cuper, però, non hanno sbagliato: il campionato dell'Inter ha contribuito all'onore del calcio. Non fanno che esaltare, poi, gli straordinari traguardi raggiunti da altre otto formazioni: la matricola d'oro del Chievo Verona, meravigliosa sorpresa della stagione e del calcio 'umano' accede in Coppa Uefa con Lazio e Parma, la Roma in Coppa dei Campioni, il Milan, assieme all'Inter, passa ai preliminari di Coppa dei Campioni mentre Bologna, Perugia e Torino giocheranno l'Intertoto.
Come dimenticare, però, il cuore dei vari Baggio ed Hubner, artefici della salvezza di Brescia e Piacenza e di un calcio 'italiano' ancora molto 'vivo'. Terminata la stagione dei 'fremiti domenicali', prima dell'inizio del prossimo campionato senza Venezia, Fiorentina, Lecce e Verona, incrociamo le dita e speriamo di assistere ad un Mondiale dove soltanto il calcio ed il fair play possano trionfare.