Nuovi pericoli in vista per la salvaguardia della Terra. Il Parlamento brasiliano è in procinto di votare un progetto di legge che ridurrà la superficie della selva amazzonica al 50% della sua estensione attuale. L'area che sarà deforestata ha la dimensione di circa quattro volte la superficie del Portogallo e viene proposto di destinarla principalmente all'agricoltura e all'allevamento bovino.
Tutto il legname che si ricaverà sarà venduto nel mercato internazionale come 'chips' (assi) da grandi compagnie multinazionali. Si può dichiarare con certezza che il suolo sul quale cresce la selva amazzonica è inutile senza il suo manto boschivo, ha un'acidità molto elevata e la regione è molto suscettibile ad inondazioni. Attualmente più di 160.000 kmq di terra deforestata rimangono abbandonati e in processo di convertirsi in puro deserto.
La riduzione della massa boschiva, per convertirla in assi, inoltre, comporterà un significativo incremento della quantità di biossido di carbonio nell'atmosfera, che a sua volta peggiorerà l'alterazione climatica che colpisce il pianeta. 'Semplicemente non possiamo permettere che tutto questo accada' è il grido d'allarme lanciato da associazioni italiane tra cui la L.I.P.U. di Foggia.
Per partecipare all'iniziativa, cui finora si registra Brasile, Usa, Inghilterra, Danimarca, Svezia, Indonesia, Spagna, Scozia, Nuova Zelanda, Slovenia, Germania, Lussemburgo, Australia, Belgio, Russia, Svizzera ed Italia, è possibile aderire inviando un messaggio all'indirizzo di posta elettronica
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