Una volta si diceva, in una nota canzone, 'E' l'Italia che va'. Ebbene oggi la Corea di Guus Hiddink è la prima squadra ad approdare in semifinale, dopo aver superato, neanche in maniera sofferta, ai calci di rigore col punteggio di 5-3 la Spagna di Antonio Josè Camacho. Come dire, il calcio nuovo che spazza quello fatto di fuoriclasse o, se si vuole, quello europeo. Per la Repubblica di Corea, quindi, un'altra vittima eccellente dopo l'Italia di Giovanni Trapattoni.
A ben guardare la gara del quarto di finale di sabato scorso a Gwangju, emerge senza dubbio l'insufficienza delle valutazioni arbitrali e l'inopportunità di affidare alla sorte dei calci di rigore la soluzione 'matematica' di un match 'sportivo'. Se, però, ancora una volta ci si può appellare ad alcune evidenti decisioni arbitrali errate, per un altro verso non si può certo rimproverare alla Corea 'olandese' di Hiddink la mancanza di coraggio, sacrificio e di collettivo.
Per i rossi di Seoul la semifinale che domani martedì si terrà contro la Germania e che significa la presenza tra le prime quattro nazioni del mondo già rappresenta il miglior piazzamento ai Mondiali rispetto al precedente ottenuto a Francia '98 quando la squadra asiatica si fermò al primo turno. I tedeschi di Rudi Voeller, tre volte campioni del mondo, dovranno prestare attenzione e non sottovalutare i padroni di casa.
Nell'altra gara, la Turchia di Senol Gunes supera, ai tempi supplementari un buon Senegal del francese Bruno Metsu che, alla prima partecipazione ai Mondiali di calcio, può ritenersi, comunque, soddisfatto di essere giunto tra le prime otto formazioni. Per la Turchia, il cui miglior piazzamento mondiale risale a Svizzera 1954 col primo turno, ora si prepara la rivincita con il Brasile, quattro volte campione del mondo. Nella gara della fase eliminatoria finì, con le memorabili contestazioni, 2-1 per i giocatori carioca di Luis Felipe Scolari. Stando alla carta, domenica 30 giugno potremmo assistere ad una inedita finale Brasile-Germania ma è vietato fare previsioni. Ogni pronostico risulterebbe, infatti, azzardato perché la XVII edizione dei Mondiali, la prima asiatica, già rappresenta la rassegna più atipica e sorprendente della storia del calcio.