A seguito del progetto presentato dal Consorzio per la Bonifica della Capitanata inerente la realizzazione di un nuovo impianto di captazione delle acque sul fiume Fortore, con una capacità di 2.000 litri al secondo, anche la zona di Dragonara, una delle più interessanti dal punto di vista naturalistico, è interessata dalla minaccia di un'imponente opera idraulica.
A farlo notare è la sezione di Foggia del WWF che rende noto come il progetto preveda la realizzazione di un'opera di presa nella confluenza tra il Fortore e il Canale della Botte e di una condotta che porterebbe l'acqua fino all'impianto di potabilizzazione di Finocchito. E non solo: a ridosso del fiume è prevista la costruzione di cinque edifici, oltre a una vasca di accumulo parzialmente interrata, per una volumetria complessiva di circa 10.000 metri cubi e una superficie occupata di quasi 2.000 metri quadrati.
Un'opera di grande impatto, dunque, che interverrà su un ecosistema già gravemente minacciato ma che conserva ancora importanti elementi naturali. Il Fortore, infatti, oltre ad essere uno dei pochi grandi fiumi della Puglia è stato individuato dalla regione come Sito di Importanza Comunitaria (SIC), vale a dire un'area naturale di interesse a livello europeo. Lo stesso bosco di Dragonara, a poche centinaia di metri dal luogo dove dovrebbe sorgere la nuova opera, è uno dei rarissimi boschi igrofili di pianura ancora esistenti in Italia, paragonabile per importanza al bosco dell'Incoronata. Come se non bastasse tutta la zona è stata individuata come oasi di protezione faunistica, istituita con decreto della Regione Puglia nel 1992 con un'estensione di 1500 ha.
Come dichiara la sezione WWF di Foggia, la motivazione del progetto è sconcertante: l'intervento viene presentato come una risposta all'emergenza idrica in Capitanata ma, leggendo bene tra le carte, si scopre che servirà semplicemente per consentire la manutenzione della condotta d'acqua principale che da Occhito porta l'acqua all'impianto di potabilizzazione. Questo significa che la nuova condotta sarà utilizzata solo quelle rare volte in cui verrà chiusa la condotta principale per la manutenzione'.
È persino superfluo sottolineare le minacce all'ecosistema che deriveranno dalla realizzazione dell'impianto. Oltre al deturpamento del paesaggio causato dalle strutture a ridosso del fiume, la notevole presenza umana e di automezzi che ci sarà durante la realizzazione dei lavori e anche dopo l'esecuzione dell'opera, recherà un continuo disturbo alla fauna presente nella zona. Ma la cosa che più preoccupa è l'ulteriore sottrazione di acqua ad un fiume che già oggi - basterebbe farsi una passeggiata in qualsiasi periodo dell'anno per rendersene conto - soffre di una grave penuria.
Un progetto inquietante, dunque, ma gli strumenti normativi per salvaguardare l'ambiente fluviale ci sono: la legge regionale n. 11/2001 impone per questi progetti di eseguire la valutazione di impatto ambientale assegnando la competenza alla provincia.
Il WWF auspica, quindi, che s'impedisca la realizzazione dell'opera, avviando un serio programma di riqualificazione ambientale del Fortore, come indicato dalla stessa associazione nella recente campagna nazionale Liberafiumi.