Con la realizzazione del terzo protocollo aggiuntivo saranno circa 100 milioni di Euro i fondi che pioveranno sul Contratto d'Area di Manfredonia seguiti, puntualmente, dalle polemiche politiche su chi questi soldi dovrà gestirli. Nulla, ancora, si sa su questo punto perché nessuna ha parlato di chi, di come e, soprattutto, per cosa devono essere spesi questi fondi, mentre è necessario individuare fin d'ora la quota di risorse da destinare alla riqualificazione dell'ambiente naturale compromesso dagli insediamenti industriali.
Mille ettari di terreni agricoli, infatti, sarebbero da rinaturalizzare nella piana di Manfredonia per risarcire la perdita dei quattrocento ettari d'ambiente naturale scomparsi a causa del Contratto d'Area per il quale, il suo Responsabile Unico, viene chiamato in causa dalla sezione di Foggia del WWF.
Come questi ultimi affermano, difatti, '...si continua a parlare di nuove aziende pronte a investire, ma tutti dimenticano, o fanno finta di dimenticare, che una spada di Damocle pende sulle sorti del Contratto: la procedura di infrazione comunitaria contro lo Stato italiano per la costruzione delle industrie su un Sito di Importanza Comunitaria (SIC)'.
Ricordiamo, infatti, che la zona industriale a ridosso della chiesa di San Leonardo si estende per circa 400 ettari proprio sugli ultimi lembi di steppa pedegarganica che un tempo ricopriva tutta la piana di Manfredonia e che per la sua estensione rappresenta forse l'area naturalisticamente più interessante di tutto il SIC.
All'interno del SIC, poi, sono conservate le aree steppiche più rappresentative di tutta la Penisola; queste praterie aride mediterranee, infatti, sono fortemente minacciate in tutta Europa a causa dello sfruttamento intensivo dei suoli. La specie simbolo delle steppe è la Gallina prataiola ma questo habitat, apparentemente brullo e ostile, ospita anche una moltitudine di altri animali e piante.
'E proprio per l'alta valenza naturalistica di questi ambienti - continua il WWF di Foggia - riconosciuta anche dall'Unione Europea, un Decreto del Presidente della Repubblica prevedeva che sulle aree SIC interessate da interventi di trasformazione venisse eseguita la Valutazione di Incidenza, procedura che è stata avviata per il Contratto d'Area solamente alla fine dello scorso anno. Ad oggi, però, non ancora conosciamo le conclusioni cui è giunto il prof. Tursi dell'Università di Bari, incaricato dal Comune di Manfredonia di redigere lo studio'.
Purtroppo già una buona parte di questo tesoro naturalistico ai piedi del Parco Nazionale del Gargano è andata irrimediabilmente perduta con l'attuazione del primo blocco del Contratto d'Area e poche sono le speranze di poter recuperare quanto finora è stato perso in termini di superfici naturali.
'È facile prevedere - dichiara ancora il WWF - che, per quanto già realizzato finora, lo studio redatto dal prof. Tursi potrà solo individuare le misure necessarie a ridurre l'impatto ambientale delle aziende sulle aree circostanti, ma cosa fare per le centinaia di ettari che si sono già persi? L'unica soluzione è il risarcimento ambientale: reperire all'interno del SIC, mediante acquisti o affitti a lungo termine, una sufficiente estensione di aree agricole da rinaturalizzare per scongiurare la perdita definitiva dell'habitat e le conseguenti pesanti sanzioni dell'Unione Europea'.
Ovvio, comunque, come le risorse dovranno essere necessariamente reperite all'interno dei fondi disponibili per il terzo protocollo aggiuntivo, perché non un solo Euro potrà essere distolto dai fondi già destinati all'ambiente: d'altra parte basta solo il 5% delle risorse disponibili.
'È questa l'ultima occasione - conclude il WWF - per riconciliare, seppur parzialmente e tardivamente, l'ambiente con il Contratto d'Area e dimostrare che lo sviluppo sostenibile a Manfredonia non è solo uno slogan'.