Continuano i gravi problemi per la Puglia a causa della drammatica situazione, ormai d'emergenza, della siccità. Negli ultimi giorni le acque dell'Ofanto del basso corso sono state deviate più del solito verso gli invasi artificiali del Locone e Capacciotti, costruiti in prossimità dello stesso fiume.
Il risultato ci viene fornito direttamente dai naturalisti pugliesi: il fiume è in secca. L'Ofanto, il più grande fiume di Puglia,che attraversa tre regioni, Puglia, Basilicata e Campania, scompare a ottanta chilometri dalla riva, quasi metà della sua lunghezza (165 km), all'altezza della traversa di Santa Venere, traversa di sbarramento delle acque regolata dal consorzio Vulture-Alto Bradano confine tra Puglia e Basilicata, a pochi chilometri da Rocchetta Sant'Antonio.
'La vita del fiume scompare - ha commentato Maurizio Marrese, portavoce e naturalista - il deflusso minimo vitale del fiume non è stato rispettato a causa dell'ignoranza, intendendosi per deflusso minimo vitale di un corpo idrico, la minima quantità di acqua fluente presente in alveo necessaria a consentire il perpetuarsi della comunità biologica ivi residente. Fauna e flora rischiano di scomparire in uno degli ultimi fiumi vitali d'Italia, unico pugliese. A rischio animali simbolo quali la lontra.
L'Ofanto era una delle sue ultime roccaforti, rischia di scomparire a causa della modificazione del suo habitat, non trovando più il suo fiume dove cacciava e si nascondeva. La cicogna, che ha nidificato vicino Cerignola nel 2000 dopo 200 anni, non si farà più vedere non trovando più l'ambiente ad essa favorevole. La Testuggine palustre, uno dei rettili più rari d'Italia, che vive proprio in quel tratto di fiume, non avrà più le acque del fiume in cui si nutriva e si riproduceva Insomma - conclude Marrese - un panorama sconfortante che deve farci riflettere ed agire'.
Agire, sì, se non vogliamo che il fiume muori e gli habitat scompaiano.