L'avevamo preannunciato la scorsa settimana o meglio, come direbbe Luciano Moggi, più che scommetterci eravamo pronti ad immaginarlo, ora è realtà. Al delle Alpi finisce con un pari, 2-2, il match della 32^ giornata del Campionato di serie A di Calcio contro il Perugia e, dato che la matematica non è un'opinione, la Juventus vola a conquistare, con due gare d'anticipo e per il secondo anno consecutivo, il suo 27^ scudetto.
Uno scudetto che resta, quindi, cucito sulle maglie della squadra bianconera al termine di una stagione fantastica, convincente eppure non sempre altrettanto semplice. Alla vigilia della 15^ giornata, la formazione di Casa Agnelli era quarta in classifica assieme a Chievo e Bologna, con sei punti di ritardo dal Milan, cinque dalla Lazio e quattro dall'Inter. Poi, la serie impressionante di rimonte progressive, ideologicamente guidata dal tecnico Marcello Lippi, ha permesso alla troupe torinese di imporsi con largo margine ed a pieno merito sulle dirette concorrenti, Inter e Milan.
Al condottiero viareggino, rimasto immutato quanto a smalto, lucidità e professionalità rispetto alla prima era bianconera, quella per intenderci della conquistata Coppa dei Campioni con i vari Vialli, Ravanelli e Peruzzi, il grande merito di aver trasmesso una straordinaria efficienza e compattezza, quasi sicuramente il 'plasma', il segreto degli ormai innumerevoli trionfi.
Lippi come Trapattoni, Del Piero come Baggio ed, ancor prima, come Platini, Trezeguet come Vialli o Boniek, Nedved come Di Livio o Cabrini: insomma un successo che la Juventus estende al suo passato, permettendoci di ricordare i magici momenti di una storia gloriosa senza pari, e proiettando anche le vite di ciascun italiano nell'immediato futuro. In un sabato sportivo che ormai spazza via quel torrenziale 14 maggio 2000 a Perugia, vanno in goals, per la Juve, Trezeguet e Di Vaio, per la squadra di Cosmi, Miccoli e Grosso.
Che cosa strana, proprio colui che molto probabilmente diventerà il 'nuovo Del Piero'. L'Inter di Cuper, così, resta a guardare una volta ancora con l'amaro in bocca e qualche spicciolo in meno nel portafogli. Se nello sport, come nella vita, è importante tutto quel che può essere ricordato, questo scudetto è da incorniciare nel gotha, oseremmo dire, nella gerarchia del Calcio italiano.
Intanto, in attesa della gara casalinga di ritorno di Champions League con il Real Madrid, il popolo juventino può scrivere nella storia l'entusiasmo incommensurabile dell'ennesimo galà calcistico.