'Ormai quando si devono fare dei lavori per creare e incrementare nuovi servizi turistici e per sfuggire alle norme di tutela del territorio si cerca di spacciarli per lavori di riqualificazione del territorio o di un'area'.
E' questo il commento di Legambiente di Capitanata sulla situazione di Vieste, con i lavori nella cava di San Lorenzo, nei pressi della omonima chiesetta, meta di pellegrinaggio della popolazione viestana e non solo.
Infatti gli obiettivi dei lavori sembrano essere altri e probabilmente sono altri e intanto un'area di particolare interesse paesaggistico e culturale sta per essere stravolta con interventi che niente hanno a che vedere con la tutela del paesaggio e del territorio, infatti gli sbancamenti in corso stanno modificando in modo irreversibile un'area che appartiene alla cultura e alla tradizione di una popolazione e probabilmente dietro la ristrutturazione di una baracca esistente si nasconde la costruzione di un fabbricato (nuova struttura ricettiva?).
Sempre nella stessa area vi è la grotta di San Lorenzo, individuata sul catasto delle grotte da parte del PUTT paesaggio e beni ambientali, che da questo intervento potrebbe essere stravolta (questa sembra essere l'ultima moda del comune di Vieste, quella di chiudere le grotte marine con interventi cementificatori, infatti in questi giorni si stanno svolgendo le conferenze di servizio per la realizzazione di interventi su una grotta marina).
Quello che più preoccupa è che gli interventi che si stanno mettendo in atto, sembra abbiano ottenuto i pareri favorevoli dei vari enti pubblici, a partire dalla concessione edilizia per passare ai nullaosta paesaggistico (l'area interessata è sottoposta a vincolo paesaggistico nel Piano Urbanistico tematico per il paesaggio e i beni ambientali), idrogeologico e quello della Sovraintendenza per i beni culturali, a cui è soggetta l'area.
Il progetto, poco chiaro nella finalizzazione dei lavori, sembra voler anche aggirare la Legge Regionale 12/04/01 n° 11 'Norme sulla valutazione dell'impatto ambientale'.
A questo punto viene da chiedersi come mai un'area di particolare interesse e sottoposta a vincolo architettonico - archeologico sia potuta diventare ricettacolo di rifiuti?
A chi è demandato il controllo del territorio?
Chi ha permesso il degrado di un'area di tale rilevanza per poi dare la possibilità di intervenire con cosiddetti interventi di riqualificazione?
Come mai la Sovrintendenza non sia ancora intervenuta per il controllo dei lavori, se è vero come è vero che il suo parere sia stato rilasciato con la procedura del silenzio-assenso?
Non è con la distruzione del territorio e dei suoi valori naturalistici, paesaggistici e culturali, ma con il ridare valore a tutto quello che per secoli ha fatto parte di un determinato paesaggio fisico ed umano, sempre sotto gli occhi di chi lo ha frequentato e vissuto e che, pertanto, ha finito per non essere più visto che si mira allo sviluppo turistico di un territorio.
Non è con il tutto e subito che si costruisce il futuro di un territorio, ma è con scelte mirate e programmate nel tempo e che portino al cambiamento culturale di un territorio.
Alla luce di quanto esposto, si chiede un intervento immediato della sovraintendenza per i beni culturali ma anche del comune e dell'Ente Parco per la verifica dei lavori con immediata sospensione degli stessi.