Il mare è una delle risorse più preziose che abbiamo. Per lungo tempo però è stato considerato un bene inesauribile, una fonte cui poter attingere senza criterio e senza regole. In alcuni casi questo sfruttamento selvaggio ha provocato danni irreversibili, ma si può fare ancora moltissimo per tutelare e, dove possibile, recuperare gli ecosistemi marini.
L'arrivo anticipato del caldo ha portato alla luce le condizioni delle spiagge della nostra provincia, che sono nel più completo degrado e abbandono: i segni delle alluvioni dello scorso novembre sono ancora al loro posto.
Plastica, rami secchi, alberi e tutto un campionario di rifiuti trasportati a valle dalla furia delle acque dei fiumi sono sparsi sugli arenili e sulle spiagge pubbliche.
Nessuno si è preoccupato di mettere in atto interventi per ripulire le spiagge, che portano i segni vistosi della calamità naturale che ha investito la nostra provincia 8 mesi fa.
Da Siponto a Zapponeta le spiagge sono in condizioni disastrose e sicuramente non sono in condizione di poter accogliere, quanti per sfuggire alla calura di questi giorni si riversano sulle spiagge libere e per una volta non sono i bagnanti a degradare le aree che utilizzano.
Al contrario le spiagge date in concessione sono in un perfetto stato tranne che per 'i prezzi praticati', per cui molti cittadini, che usufruiscono delle spiagge pubbliche, anche perché non possono permettersi i prezzi degli stabilimenti privati, quest'anno dovranno convivere con il degrado e i rifiuti.
Alla luce di quanto esposto si chiede alle amministrazioni comunali ed ad ogni autorità a ciò preposta di procedere in breve tempo, cioè prima che finisca l'estate, alla pulizia degli arenili, per permettere una corretta fruizione delle spiagge, che sono patrimonio di tutti e tale devono rimanere.
Se queste sono le condizioni delle spiagge nella nostra provincia, dalla due giorni di 'Spiagge Pulite' di Legambiente del 25 e 26 maggio scorsi, risulta che gli Italiani sono un po' meno sporcaccioni, ma troppi ancora usano la sabbia come posacenere o come bidone dove abbandonare di tutto: dalle cannucce ai tappi di bottiglia, dai sacchetti di plastica agli stecchetti di gelato alle cicche di sigaretta. Cambia radicalmente la composizione del pattume che sporca le nostre località balneari. Se fino ad alcuni anni fa non era raro trovare vere e proprie mini-discariche di 'rifiuti ingombranti', con sanitari e vecchi elettrodomestici abbandonati quasi sul bagnasciuga, oggi - non ancora scomparsa del tutto quella pessima abitudine - è soprattutto il micro-inquinamento a farla da padrone.
Il primo risultato di Spiagge Pulite di Legambiente è numerico. Cinquanta tonnellate di spazzatura raccolte, tra cui spiccano appunto soprattutto rifiuti di piccole dimensioni. Usando i luoghi di spiagge pulite come cartina di tornasole per l'intero sviluppo costiero per Legambiente è anzi stato possibile fare stime ancora più precise. Mediamente ogni metro quadrato di sabbia ripulita dai volontari conteneva 2 mozziconi di sigaretta, 2,5 tappi di plastica o metallo, 1 cannuccia, 1 stecco di gelato. Ecco allora che estendendo questi risultati all'intera penisola si può ipotizzare che ogni anno vengano abbandonati sulle spiagge 12,4 milioni di cicche di sigaretta, 15,5 milioni di tappi, 6 milioni abbondanti di cannucce e altrettanti bastoncini di gelato di legno o plastica, 1,5 milioni di sacchetti di plastica e 1,2 milioni di bottiglie, anche queste di plastica. Se diminuiscono i rottami abbandonati sulle spiagge durante l'inverno non accennano a sparire altri comportamenti scorretti.