Guai a prelevare sabbia dalla spiaggia preferita o prelevare pezzi di roccia dalla scogliera mozzafiato. Anche la terra non può essere prelevata a cuor leggero, come intoccabile diventa l'erba spontanea che cresce su laghi e paludi. Anche l'ulivo, l'albero simbolo della Puglia, non può essere spiantato se ha più di ottant'anni: sono alcune delle nuove norme per la salvaguardia dell'assetto naturale e del patrimonio edilizio rurale in procinto di essere operative in Puglia.
È quanto prevede il testo unificato che ha ottenuto il parere finanziario dalla Commissione Bilancio della Regione, e che quindi può essere discusso in una delle prossime sedute del Consiglio. Le norme, molto restrittive, sono il frutto di una 'rivoluzione' culturale in materia ambientale. Ed è di portata 'storica' che, in Commissione, il 'visto' sia stato bipartisan. Voto unanime. Maggioranza di centrodestra e opposizione di centrosinistra sono d'accordo: 'Il territorio pugliese - spiega il presidente della Commissione, Roberto Tundo - gode oggi di un alto indice di gradimento. Maggiori norme a difesa dell'ambiente - conclude - non possono che sviluppare un meccanismo che valorizza ancor di più la Puglia'. Esulta anche il 'verde' Domenico Lomelo: 'È un primo passo ma vanno risolte alcune contraddizioni, come quella di prevedere appena 500mila Euro per la pulizia delle spiagge'.
Le nuove misure sulla carta tutelano l'ambiente a 360 gradi. Ne è la prova l'ombrello protettivo della legge sulla cotica erbosa e sulle pietre superficiali: anche lo spietramento e la frantumazione delle pietre su terreni pubblici e privati non può essere effettuata se manca l'autorizzazione del sindaco. E c'è bisogno del parere dell'Assessorato regionale all'Ambiente per tagliare o sfoltire la vegetazione spontanea che cresce nei laghi, nelle paludi, sulle dune o sulle scogliere. Di più: la giunta regionale dovrà predisporre con decreto un elenco delle specie logistiche spontanee protette e tra queste ci saranno anche le piante officinali.
Nella casistica dei divieti rientrano anche i molluschi. Le lumache, ad esempio, potranno essere raccolte solo dal primo ottobre al 30 novembre. Ma non si potranno raccogliere più di 2 chilogrammi al giorno per persona. Diverso il caso di allevamento: la quantità consentita è di dieci chilogrammi al giorno per persona. In questo caso la raccolta potrà essere anticipata al primo settembre. Quanto ai datteri di mare, la Regione ne vieta tassativamente il commercio. Per i ricci di mare, invece, la Regione si riserva di prolungare il divieto di pesca oltre i termini previsti dalla legislazione nazionale.
Ma non è tutto. Gli alberi di oliva e di carrubo diventano specie protette: non potranno essere spiantati. I primi se hanno un'età superiore agli ottant'anni, i secondi se di età superiore ai quaranta. Il divieto cade se si verifica la morte della pianta o per motivi di pubblica utilità, autorizzati dal Sindaco. La tutela prevista è così rigida da vietare anche i percorsi fuoristrada con i mezzi motorizzati. Il divieto riguarda anche i sentieri di campagna, le coste marine, le piste e le strade forestali di zone protette e di parchi naturali. Solo per fini turistici e sportivi, i comuni possono individuare percorsi.
La costa poi, diventerà praticamente intoccabile: la sabbia non può essere asportata, né sono consentiti gli sbancamenti delle dune. È rigorosamente vietato asportare o frantumare rocce o faraglioni. Stessa tutela è assicurata ai manufatti in pietra: per la Regione sono beni del patrimonio testimoniale della civiltà pugliese. E come tali non possono essere distrutte, come, ad esempio, i muretti a secco, anche se abbandonati o in rovina. Gli unici interventi consentiti, previa autorizzazione dei sindaci, sono la manutenzione e il risanamento conservativo. A controllare il rispetto della legge provvederanno le guardie ecologiche volontarie attraverso un servizio che sarà appositamente istituito.