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19/6/2003

DISTRUTTO IL GIOIELLO DELLA COSTA DI MONTE SANT’ANGELO
Legambiente: ‘Punta Rossa era un paradiso’
Quando inizia la stagione estiva si scoprono cose nuove. Si scopre per esempio che qualcuno ha usato ruspe, esplosivi e camion per sbancare centinaia di metri di falesia in località Punta Rossa, al limite estremo della Piana di Macchia in territorio di Monte S. Angelo. Ed il Comune chiude un occhio, anzi due.
Punta Rossa, in zona di riserva integrale del Parco Nazionale del Gargano, era la zona di maggior pregio ambientale della costa del territorio di Monte S. Angelo. Ai confini del Parco Archeologico di Monte Saraceno e al limite con il territorio di Mattinata.
Appena due mesi fa Legambiente aveva denunciato i progetti di massiccia speculazione edilizia che, con l'avallo dell'amministrazione comunale di Monte S. Angelo e con la copertura economica del contratto d'area di Manfredonia, il Sindaco Antonio Nigri aveva spacciato, in una pomposa conferenza stampa, come l'avvio del progetto di Parco Costiero e di sviluppo sostenibile della piana di Macchia.
Come ha dichiarato Angela Lobefaro, segretaria di Legambiente Puglia '...quello che il Sindaco Nigri chiama il Piano per 'lo sviluppo sostenibile della piana di Macchia', e che l'amministrazione comunale di Monte S. Angelo non riesce ad approvare grazie alle denunce di Legambiente, altro non è se non un piano di distruzione irreversibile di un territorio pregiato. Quel documento è accompagnato da un altro documento, anch'esso al momento bloccato, in cui si dichiara, smentendo la realtà ed i calcoli del Piano Regolatore, che la costa di Macchia è tutta di tipo roccioso praticabile, cioè tutta fruibile alla balneazione.
Se il fine è di giustificare l'aumento della capacità ricettiva della piana di Macchia., non ci meraviglia che il Comune non dica nulla ogni volta che qualcuno prenda le ruspe per spianare la costa. Rendere 'praticabile', con qualsiasi mezzo, quel tratto di costa è l'unica maniera per giustificare giuridicamente l'urbanizzazione della Piana di Macchia, mascherata da attività turistiche'.
La situazione urbanistica del Comune di Monte S. Angelo è in continuo e irreversibile peggioramento. Il centro storico sta conoscendo interventi abusivi proprio nel Rione Junno, il nucleo storico principale della città garganica. In particolare Legambiente denuncia l'uso che si sta facendo degli orti periurbani antistanti al rione Junno, che, tra interventi abusivi ed interventi incredibilmente autorizzati, rischia di essere irreversibilmente snaturato. Eppure Legambiente da tempo ha chiesto maggiore attenzione e migliori strumenti di tutela del centro storico.
Caso incredibile è il locale 'i Templari', letteralmente spuntato in un orto adiacente all'ultimo tratto superstite delle mura cittadine, dinanzi ad uno dei monumenti più importanti di Monte S. Angelo, il convento di S. Francesco costruito dagli Angioini, che rappresenta uno degli scorci più fotografati della città dell'Angelo. In quel posto, appena due anni fa, c'era un orto con una cisterna, e nient'altro. Oggi c'è un locale con centinaia e centinaia di metri quadri di superficie coperta e altrettanta superficie pavimentata all'aperto, con locali in strutture fisse e passaggi auto creati letteralmente dal nulla.
L'amministrazione ed il Sindaco Nigri, più volte interpellato dal circolo locale di Legambiente, dapprima ha fornito notizie vaghe e, in seconda battuta, tranquillizzanti perché era tutto autorizzato dal responsabile dell'ufficio tecnico.
'Legambiente non abbasserà la guardia su quello che succede in questo luogo e su tutto il territorio - continua Angela Lobefaro - Lo sviluppo dovrà passare necessariamente per una politica di ridisegno degli insediamenti produttivi, e attraverso organiche strategie di pianificazione per il rilancio turistico della città 'la firma facile' non prospetta alla città un bel futuro'.
Per fine luglio è prevista una tappa di Goletta Verde anche sulla costa di Macchia, l'occasione nella quale l'associazione ambientalista presenterà alla stampa ed alla cittadinanza un dossier su quanto sta avvenendo sulla costa e la Piana di Macchia, con qualche riferimento alla situazione del cento storico.
Sarà il momento decisivo in cui l'amministrazione sarà chiamata a decidere sui casi concreti da che parte stare, se dalla parte di chi distrugge il territorio o di quelli che vogliono preservarlo e tutelarlo.

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