Il Ministro dei Beni Culturali ed il Ministro dell'Ambiente lo scorso anno, in forma congiunta ed ufficiale, hanno segnalato la insostenibilità delle centrali eoliche riferita alla gran parte del territorio e del paesaggio italiani.
Il mondo agricolo, Coldiretti in testa, a sua volta ha ravvisato in questi abnormi insediamenti industriali, che in Italia necessariamente dovranno invadere le terre agricole alte, i pascoli ed i crinali delle montagne, un detrattore ambientale che metterà in crisi le politiche di sostegno all'agricoltura multifunzionale dei prodotti tipici, della preservazione ambientale e dell'accoglienza agrituristica.
Al Comitato Nazionale del Paesaggio, guidato da Carlo Ripa di Meana, si aggiungono ora altre prestigiose sigle associative, locali e nazionali, che scoprono l'irrilevanza del risparmio di combustibili fossili legati all'avventura eolica, a fronte di danni gravissimi e non rimarginabili inflitti al territorio. Da Mountain Wilderness a Pro-Natura, dalla Commissione CAI per il centro sud alla LIPU, dalle sezioni di Italia Nostra ai consigli regionali WWF.
Peraltro notizie provenienti dall'Europa, e recentissimamente dagli Stati Uniti, parlano di centinaia di comitati antieolici, al punto che in Francia l'ex Ministro dell'Anvironnement di Jospin valuta che 'L'éolien est en danger de mort' e l'attuale Ministro dell'Economia e dell'Industria, Francis Mer, predice per l'eolico 'Un avenir incertain'.
A fronte di tutto questo, laddove servirebbero prudenza e moderazione, dovendo agire nell'Italia del paesaggio storico più delicato del mondo, ignoti dirigenti e funzionari dell'industria e dell'ambiente preparano il colpo di mano a favore degli speculatori del vento.
Proprio quest'oggi, infatti, una commissione costituita da rappresentanti di diversi Ministeri, ma non, stranamente, del Ministero per i beni e le attività culturali darà inizio all'iter di approvazione di un decreto legislativo sulla materia. A tal proposito Carlo Ripa di Meana ha lanciato un appello urgente e solenne ai Ministri Giuliano Urbani, Altero Matteoli, Giovanni Alemanno e Antonio Marzano perché blocchino, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Politiche Comunitarie, la bozza di testo in merito.
Si tratta di dare applicazione alla direttiva europea nr. 2001/77/CE del 27 settembre 2001 che, giustamente, sollecita e promuove le energie rinnovabili. Il testo normativo predisposto, che giungerà all'esame dei vari ministeri competenti prima di essere portato in Consiglio dei Ministri (dove potrebbe scivolare via tra le materie secondarie) è semplicemente scandaloso. Tutte le procedure usuali poste a garanzia di interessi primari quali il paesaggio, l'ambiente, la fauna, le stesse prospettive di sviluppo delle popolazioni locali vengono azzerate.
Viene concessa la dichiarazione di indifferibilità e di urgenza, proprie di opere pubbliche di importanza primaria, e si concentrano procedimenti complessi e diversissimi (quali il nulla osta ambientale e la VIA) in un unico provvedimento regionale, addirittura delegabile ai Comuni. Una inaccettabile e scandalosa procedura supersemplificata, che somiglia addirittura in peggio a quella predisposta dal Ministero dell'Ambiente gestione Ronchi, giustamente insabbiata, dopo che sull'eolico sono caduti i veli dell'energia pulita che fa tutti più belli, più buoni e più responsabili.
Qualora questo testo dovesse passare, l'assalto eolico alle montagne, ai pascoli, ai boschi ed ai borghi più belli e conservati d'Italia non avrebbe più freni.
Con migliaia e migliaia di torri gigantesche, una trasformazione epocale avvilirebbe l'Italia più bella e il patrimonio intoccabile della Nazione.