Strano tipo di volatile questo Gaetano Matrella. Foggiano, 42 anni, diplomato ISEF, professore di educazione fisica a San Ferdinando di Puglia, fidanzato (e convivente) con Luisa Curcetti, 33 anni, negli anni ha coltivato un hobby singolare: nel tempo libero vola.
Piuttosto che fare viaggiare i pensieri, o magari i sogni, Matrella dal '91 ha deciso di impegnare così i suoi weekend. A 5mila metri di altezza, anche per 200Km consecutivi. 'Ogni fine settimana monto sulle spalle le mie ali e volo', racconta perfettamente lucido.
Gaetano non è un uccello. E non è nemmeno un pazzo. È semplicemente un tipo molto simpatico e un po' spericolato. Con una insana passione per il deltaplano.
Matrella è un campione: il nuovo campione italiano di deltaplano, sezione ali rigide, conclusosi da poco a San Donato Val di Comino, in provincia di Frosinone. 'Sono stato anche campione europeo', precisa il nostrano Dottor Jeckill, la mattina serioso professore e il pomeriggio libero sognatore.
Parlare con Matrella del deltaplano e della sua passione per il volo è un difficile esercizio. Perchè l'incanto dell'interlocutore, la curiosità di chiunque nella vita non si sia mai lanciato nel vuoto con due ali di carbonio allacciate sulle spalle, si scontra con il suo disincanto. E perchè quel salto dentro il cielo 'fa parte della mia quotidianità', spiega.
'Certamente non è come scendere di casa e andare a fare la spesa. Ma per me il deltaplano nella vita è importante quanto mangiare. Anzi, di più'. La prima volta fu nel '91. Ma l'idea covava già da cinque anni, dall'estate del 1986, quando era a Belluno per gli esami di maturità. 'Il pomeriggio guardavo il cielo. Che bello, ho pensato. Da allora non sono più riuscito ad abbandonarlo'.
In Puglia gli amanti del genere sono circa un centinaio. Per lanciarsi ci si sposta di solito in Basilicata o nel Lazio, perchè da noi non esistono buoni trampolini. Ci sono comunque tre zone molto frequentate: i deltaplanisti pugliesi si danno appuntamento a Rignano Garganico, a Panni o a Sant'Antuono sulle Murge.
'Il nostro è ancora considerato uno sport estremo, buono soltanto per gente temeraria' dice Martella. 'È chiaro che ci vuole fegato, ma è una disciplina che va bene per tutti'. Di sicuro serve tanta adrenalina. Perchè ci si trova per quasi due ore (tanto dura in media un volo) sospesi a 4-5mila metri di altezza. Confidando nel paracadute di emergenza. E nel sole.
'Il segreto per volare è sfruttare le zone più calde, dove il sole batte più forte. L'aria calda tende a salire e quindi le ali prendono quota'.
Per volare bisogna saper sognare, avere coraggio e soprattutto essere forti. L'insostenibile leggerezza del deltaplano pesa all'incirca 40Kg. Dunque, spiega Matrella, 'per sostenere l'attrezzo servono spalle forti e muscoli possenti. Collo, schiena e piedi sono a pezzi dopo ogni lancio'.
Gaetano è considerato un pazzo dagli amici. Dai suoi alunni, invece, un mito ('anche se sono troppo piccoli per capire quello che veramente faccio'). E dalla fidanzata 'un compagno. Di vita e di volo'. Perchè per aria si fanno strani incontri. Oltre a rondini e aquile 'che seguiamo perchè ci indicano la strada migliore', in cielo si può trovare anche l'amore.
Gaetano ha conosciuto Luisa, esperta di trading on line, in un normale pomeriggio di libertà. Deltaplanista lui, deltaplanista lei. 'Ci siamo incontrati e ci siamo subito piaciuti. Ora viviamo assieme'. In questa maniera una serie di preoccupazioni sono evitate: 'Sappiamo quello che facciamo'. E poi si condivide una passione, si hanno gli stessi interessi. 'Cerchiamo di volare sempre insieme. E insieme ci prepariamo: prima di un lancio ci vuole molta concentrazione'.
Il pericolo c'è, e Matrella lo sa. In Austria se l'è vista brutta: gli si è aperto d'improvviso il paracadute di emergenza e stavano per succedere guai. 'Mi sono spaventato. Ma non è bastato a farmi smettere'.
Gaetano va avanti. Voli tutti i fine settimana, le sue ali bianche e blu sempre sulle spalle. I riti scaramantici: guai a dire 'buoni voli' e l'orologio del papà sempre in tasca. 'Oltre alla passione c'è anche l'agonismo. Il titolo italiano, e prima ancora quello europeo, non sono arrivati per caso. Voglio continuare a vincere'.
Per farlo servono impegno e talento ma anche denaro. Il romanticismo del volo ha costi elevati. I campioni rischiano la pelle e non guadagnano un Euro. Per vincere, però, bisogna essere al passo con i tempi. Le nuove velocissime ali in carbonio costano 10mila Euro e per compiere una stagione agonistica di buon livello ne occorrono altri 20mila.
'Nonostante le vittorie non ho uno sponsor', conclude Matrella. 'Mantenendo questi costi non so se riuscirò ad andare avanti'. Perchè i soldi, anche quelli, hanno il vizio di volare.