Ancora una domenica deludente. Ancora un Foggia poco convincente quello visto ieri allo stadio Pino Zaccheria. Un pareggio che sa di sconfitta, un pareggio che non doveva assolutamente esserci. Il Foggia ha pagato a caro prezzo il calo fisico di alcuni calciatori come Catalano e Ennynaia e forse c'è stato anche qualche errore di troppo da parte del Mister.
Un Marino che non osa più, che si accontenta del risultato, che preferisce chiudersi in difesa dimostrandolo, infatti, al 15' del secondo tempo con la sostituzione, su richiesta dello stesso calciatore, di Del Core per il solito trequartista Faieta trasformando così lo schema in campo dal 3-4-3 al 4-4-2.
Il primo tempo è tutto a firma rossonera: si parte al 18' con la punizione di Catalano che si spegne però sulla barriera dei ciociari; poi al 22' assist di Chiecchi per Del Core ma il suo colpo di testa finisce sulle mani del portiere del Sora, Ripa.
Bella l'azione del gol rossonero: siamo al 25', assist di Imbriani per Ennynaia che di testa la passa al Del Core ed il suo pallonetto sorprende l'estremo del Sora. 1 a 0 per i satanelli.
Ed ancora il falchetto qualche minuto più tardi, su lancio di Brutto, si trova solo davanti al portiere ma la palla finisce poco fuori.
Il secondo tempo si apre con il grande ingresso di Gianni Costanzo accolto tra gli applausi dello Zaccheria. Già dalle prime battute il Sora appare più aggressivo ed all'11' c'è un bel tiro di Pasca che costringe Rossi a parare in due tempi. Si fa vivo l'ex al 20' con un tiro angolato, Rossi non arriva ma fortunatamente la sfera finisce al lato del suo palo destro.
Ma Costanzo aveva voglia di prendersi la sua personalissima rivincita e l'occasione non tarda ad arrivare al 35' quando segna, infatti, uno spettacolare gol su colpo di tacco, lasciando inerti difesa e portiere rossonero. E sul gol del pareggio dagli spalti partono fiumi di applausi per Costanzo anche se lui non esulta con i suoi compagni.
La situazione in classifica rimane stazionaria: il Foggia si trova ancora a +4 dalla zona play-out e a -8 da quella play-off ma è ormai inutile rivolgersi verso l'alto, piuttosto guardiamoci le spalle e incrociamo le dita!