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Il porto di Genova
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IN VISTA DEL G8 DI GENOVA
di Mario Bocola
Gli occhi dell'Italia e del mondo sono tutti puntati sul G8 di Genova, il grande appuntamento che vedra' riunite, dal 20 al 22 luglio p.v. le maggiori potenze mondiali, nel Palazzo Ducale del capoluogo ligure. Intanto, di fronte alle imponenti misure di sicurezza predisposte dal Governo, non sono mancate contestazioni e provocazioni da parte di alcuni gruppi di "irriducibili". Il clima gia' infuocato della vigilia e' stato alimentato da un attentato dinamitardo, che ha provocato il ferimento di un carabiniere e dal panico per un pacco bomba risultato non esplosivo. Queste azioni, pur creando disorientamento e confusione, sono motivo per alimentare la "strategia" della tensione. Per alcuni aspetti il G8 di Genova sembra far ritornare alla memoria i momenti bui della storia nazionale.
Ad innescare questo stato di cose e' anche la vasta risonanza data dalla stampa all'evento: e' vero che il vertice si presenta particolarmente difficile per i temi "caldi" che affrontera' (il rifiuto americano al protocollo di Kyoto, la mediazione dei paesi del mondo ad assumersi la responsabilita' dei processi di riscaldamento della terra con la riduzione dei gas sprigionanti l'effetto serra e la "tanto" acclamata globalizzazione) ma e' anche vero che spesso in Italia si creano allarmismi esasperati. In poche parole si cerca di "attaccare il carro avanti ai buoi". E' bene prevenire situazioni che possono da un momento all'altro precipitare, ma del G8 di Genova si sta parlando ormai da diverso tempo con insistenza creando solo paura e confusione. Il Governo nei giorni scorsi ha incontrato gruppi anti-global, per un "patto" contro gli incidenti, ma quest'ultimi si sono puntualmente verificati.
Il vertice di Genova deve puntare molto sulla riduzione del debito dei paesi piu' poveri e ridurre il forte divario esistente tra nazioni povere e nazioni ricche. Tutto cio' dipende soltanto dalla coscienza e dal buon senso dei Capi di Stato e di Governo degli Stati partecipanti.
La gente della Capitanata e dell'Italia guarda con fiducia ai lavori di questo vertice e si attende che di fronte all'uso della forza prevalga il buon senso e la ragione. Da qui partono, infatti, le speranze per il futuro del pianeta.