Ho letto con estremo interesse l'editoriale di Capitanata.it. A tal proposito vorrei esprimere alcune, brevi considerazioni.
A Foggia voleranno solo i fagiani. Purtroppo!
Sicuramente non fa piacere pensare che tanti fondi pubblici siano andati persi per correre dietro ad un sogno che probabilmente era irrealizzabile sin dal momento in cui è stato partorito. Chi ha pensato alla Federico II è stato abbagliato da un miraggio. Che ripeto, tale era sin dall'inizio. Qui non è in discussione l'idea, di per sé apprezzabile in quanto un aeroporto in città aprirebbe nuovi orizzonti agli scambi commerciali e culturali. E questo coinciderebbe con il progresso economico e sociale di cui la nostra terra ha tanto bisogno.
Il problema è che una qualsiasi azienda necessiterebbe di un'accurata programmazione. Il termine programmazione fa rima con razionalità e concretezza. Il sogno è tutt'altra cosa. Non è con le tasse pagate dai cittadini che si finanziano progetti di tale portata. Investimenti di questo tipo dovrebbero essere lasciati ad aziende private con i bilanci sani e disposte ad investire.
Il politico può rendersi utile nel momento in cui coinvolge partners finanziari agendo come una sorta di intermediario e non improvvisandosi manager in un settore che magari neanche conosce. La verità è che anch'io credo che la Capitanata potrebbe contare molto di più di quanto conti oggi, che la Regione dovrebbe interessarsi maggiormente a determinate questioni, ma resto convinto che la scelta relativa alla Federico II sia stata avventata e non studiata sin dall'inizio nella sua concreta fattibilità.
Con questo non voglio certo affermare che Foggia non debba avere un aeroporto, ma prima dovrebbe diventare un centro di interesse commerciale ed economico. Come si fa? Innanzitutto sfruttando meglio le risorse di 'casa propria' (vedi turismo, agricoltura, terzo settore) e poi investendo su nuove professionalità. La politica dei piccoli passi è quella che paga.
Roberto Zarriello