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12/12/2002

DIVERSITA’ O OMOLOGAZIONE ?
La storia è uguale per tutti...
di Michele Dell'Edera
C'è qualcuno al mondo in grado di scrivere qualcosa di assolutamente oggettivo ? C'è qualcuno che con la sua visione della realtà garantisce le diversità perché in assoluto portatore della verità ? Un po' tutte le religioni monoteistiche credono di avere la verità, ma per il fatto stesso che sono più d'una, la loro convinzione è condivisa solo da parti distinte e separate dell'umanità. Non c'è uomo uguale all'altro, non c'è mente uguale all'altra, si possono condividere anche il 99 % delle cose con un'altra persona, però c'è sempre quel 1% che distingue una persona dall'altra e che quindi ne distingue anche la visione delle cose.
Non fanno eccezione gli storici che, ringraziando Dio, anche essi hanno la loro personalità e originalità. Ora viene fuori (se ne parlava da tempo) che ci sarà una commissione ministeriale che valuterà se i libri di storia sono o no oggettivi, e l'oggettività della commissione chi la garantirà ? La pluralità e la diversità non sono già garantite dal fatto che ogni scuola, anzi ogni professore, adotta il proprio libro di testo ? Visto che ogni persona è diversa e ha una sua visione della didattica, non è già chiaro che opererà le scelte a seconda di quella che è la sua forma mentis ? Oppure bisognerà che i professori di storia facciano un esame di obiettività (omologazione) per poter insegnare ? E a questo punto mi chiedo perché non farlo con i professori e i testi di filosofia, o di educazione civica, o di italiano, o di scienze, o di storia dell'arte scegliendo di far vedere Picasso o Manet a seconda se si ritiene più oggettiva Guernica oppure il Bar Folies Bergère che rappresenta la vita della borghesia parigina dell'ottocento. Chi deciderà queste cose ?
L'omologazione degli uomini è il chiodo fisso di chi non sa proporre un proprio modello, o che non riesce fino in fondo ad omologare la cultura alla visone sfavillante della Tv e dei media in genere. Gli italiani sono sempre stati un popolo di pensatori in grado di scegliere (qualche volta con po' di fantasia) tra una visione della realtà e un'altra, lasciamo loro almeno questa prerogativa. La diversità e il pluralismo sono garantiti dall'uomo per sua natura, lasciamo perdere queste inutili forme di censura (perché le cose vanno chiamate con il loro nome).

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