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13/1/2003

IN FUMO...IL DIVIETO DI FUMO
Legge nuova di zecca ma nessuno la rispetta e la fa rispettare
di Marco Gasparrelli
Dal 1° gennaio del 2002 il Ministero della Salute italiano ha notevolmente aumentato le multe per chi trasgredisce le vigenti disposizioni sul divieto di fumare. L'art. 52 della Legge Finanziaria 2002, comma 20 ha portato 'la sanzione amministrativa del pagamento' a una somma che va da 25,00 a 250,00 Euro, somma che può essere raddoppiata 'qualora la violazione sia commessa in presenza di una donna in evidente stato di gravidanza o in presenza di lattanti o bambini fino a dodici anni'.
Inoltre, sono state inasprite anche le sanzioni nei confronti di chi, pur avendone la responsabilità, non appone gli appositi cartelli 'vietato fumare' secondo le norme di legge oppure non fa rispettare il divieto.
Detto divieto vale negli ambienti chiusi accessibili al pubblico come gli uffici pubblici e privati, le strutture sanitarie (compresi gli studi medici), le scuole di ogni ordine e grado (comprese le università), i mezzi di trasporto pubblico e relative stazioni (comprese, quelle portuali, marittime ed aeroportuali), le strutture destinate ad attività sportiva, ricreativa, culturale, congressuale, di spettacolo e di ritrovo e negli esercizi commerciali, di ristorazione e qualsiasi altro locale in cui si somministrano alimenti e bevande.
In pratica ad oggi è possibile fumare o a casa propria oppure all'aperto, l'importante è non farlo in luoghi pubblici in cui vige il divieto (ed ai fumatori non dovrebbe servire la laurea per capirlo). Tra l'altro sembra che non tarderanno ad arrivare ulteriori nuove modifiche alle vigenti norme anti-fumo.
Piccolo inciso: torniamo indietro con la mente a quando nel Belpaese furono rese obbligatorie le cinture di sicurezza in macchina. Il primo giorno squadre di agenti della Stradale, Vigili Urbani e Carabinieri monopolizzarono gli angoli delle strade pronti a beccare il maggior numero di contravventori possibile. Il secondo giorno ci fu un gran parlare. Il terzo giorno ce le siamo dimenticate tutti, automobilisti e 'guardiani'.
E mi fermo ad un solo esempio, che tanto si capisce l'andazzo nel nostro Paese.
In effetti è per questo che ho specificato, ad inizio articolo, che il Ministero della Salute è quello italiano. In effetti, e questo dovrebbe darci da pensare, la quasi totalità dei paesi dell'UE, per rimanere in Europa e non scomodare i cugini d'oltremanica o addirittura gli americani, sono più rigidi e responsabili per ciò che concerne le normative che regolamentano il divieto di fumo, tutte rigorosamente fatte rispettare.
In Austria, ad esempio, è assolutamente vietato fumare nei luoghi destinati agli adolescenti e in quelli pubblici in generale. Inoltre, nei luoghi di lavoro, è obbligatorio per le aziende predisporre aree di protezione dei non fumatori dagli effetti del tabacco.
Oppure in Finlandia dal '95 esiste un divieto di vendita dei prodotti del tabacco ai minori di 18 anni (prima era al di sotto dei 16 anni) e comunque la vendita è consentita attraverso distributori automatici che siano però 'sotto controllo' di un adulto. Inoltre vige il divieto assoluto di fumo nei luoghi di lavoro dove c'è contatto con il pubblico. Fanno eccezione al divieto i ristoranti dove, però, la clientela che lo voglia può fumare solo in aree predisposte.
O, ancora, in Francia dove dal 1987 non esistono più distributori automatici ed il divieto assoluto di fumo esiste nei trasporti pubblici, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, bar e ristoranti. Anche qui sono previste specifiche aree per i fumatori.
Tornando in Italia, invece, se c'è una cosa in vigore quella è lo sconforto! Soprattutto giù al Sud.
Ricordando che la legge di cui sopra dispone, inoltre, che 'nei locali in cui si applica il divieto di fumare è obbligatoria l'apposizione di cartelli con l'indicazione del divieto, delle relative prescrizioni normative, delle sanzioni, del nominativo del soggetto cui spetta vigilare sull'osservanza del divieto e dell'autorità competente ad irrogare la sanzione', la realtà, oltre l'apparenza, è completamente diversa!
Prendiamo, infatti, una città meridionale ad esempio. Diciamo Foggia, che ci riguarda da vicino. Entri in un bar al cui ingresso c'è in bella mostra un cartello con su scritto 'Vietato Fumare' e che cosa vedi? Avventori che sembrano turchi per quanto fumano vicino agli alimenti, alle bevande e a stretto contatto con chi il fumo non lo sopporta (...ma loro non lo sanno o, comunque, non gli interessa). E tu che odi il fumo con tutto te stesso ti accorgi di come gli stessi proprietari non facciano niente per far rispettare il suddetto divieto e se ti capita di farlo notare ti ritrovi sotto gli sguardi spietati di decine di persone, come se fossi tu quello fuori posto!
E la stessa scena la si vive in quei locali (pub, ristoranti, 'et similia'...) dove non esiste assolutamente nessun divieto di fumo e tu sei costretto a respirare una quantità di fumo passivo esorbitante.
E lo stesso accade presso i pubblici uffici.
Per non parlare di quando entri in ascensore e trovi che il precedente 'passeggero' vi ha lasciato una cappa di smog da sigaretta così densa da poterla tagliare con un coltello.
Come direbbe il famoso Lubrano, a questo punto '...la domanda nasce spontanea!'
Qual è il comune denominatore di tutte queste situazioni deplorevoli? Semplice: la totale mancanza di rispetto per gli altri. Un menefreghismo insano perché figlio della mancanza di educazione e cultura, fattori questi ultimi che, ove presenti, rendono l'uomo diverso dagli animali, mossi solo dall'istinto. Il vizio del fumo, pratica autolesionista per eccellenza, sommato ad una serie di comportamenti atavici (che con l'egoismo e la rivalità ammorbano il mondo contemporaneo) danno come naturale risultato tutta una serie di situazioni esemplificate precedentemente.
Ho usato parole forti? Non mi dispiace se sono servite a penetrare quella cappa di 'ignoranza' ed 'arroganza' presente nei comportamenti della maggior parte dei fumatori.
ATTENZIONE! Ho detto 'maggior parte' e non 'tutti'. Personalmente conosco un sacco di persone che, pur schiave della nicotina, pongono il massimo rispetto per i non fumatori, ponendo in essere una serie di comportamenti responsabili e dignitosi. Io rispetto e do il massimo rispetto. Non mi permetto di giudicare chi ha questo vizio. Certo biasimo coloro che, pur sapendo del male che fanno a loro stessi, perseverano nel farlo. E contrasto coloro che non rispettano chi, come me, non sopporta di essere ignorato e, quindi, coinvolto nelle loro nuvole di fumo.
Può darsi che molti giudichino questo tono polemico. Significa che ho fatto centro nel voler catturare l'attenzione su un tema interessante. Di certo, e nessuno può smentirmi, in presenza anche di un solo non fumatore, chi ha torto è sempre e solo chi fuma!

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