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16/2/2004

TANTO CEMENTO, NESSUNA IDEA
Legambiente presenta il ‘Dossier Gargano’
Le coste del Gargano, già in parte compromesse nel corso degli anni passati, stanno per conoscere una seconda, gigantesca, colata di cemento. In discussione, cioè cantierabili a breve, ci sono circa cinque milioni di metri cubi di cemento solo di opere turistiche private. Ma il turismo sul Gargano non era in crisi?
San Giovanni Rotondo è forse il caso più emblematico della parabola del turismo sul Gargano. I dati in questo caso registrano una crisi non solo per numero di pellegrini che raggiungono la località, ma anche per numero di persone disposte a trascorrere almeno una notte negli alberghi della località.
La primavera 2003 ha conosciuto una fortissima diminuzione delle presenze negli alberghi e nei villaggi turistici, fortunatamente controbilanciata dal grande successo delle masserie e delle strutture rurali. L'estate scorsa, a fronte di un boom del Salento, il Gargano ha conosciuto una flessione senza precedenti stimata in circa il 30% delle presenze. Il turismo balneare sul Gargano ha confermato anche nella scorsa stagione un trend preoccupante e, aldilà dei discorsi che si fanno sulla destagionalizzazione, la realtà sta conoscendo situazioni di rigidità esasperate: la maggior parte dei turisti si concentrano nelle poche settimane a cavallo di ferragosto e ciò costringe gli operatori ad utilizzare il fattore costo come unico elemento di flessibilità. Ciò determina un inevitabile abbassamento della qualità generale dell'offerta, prova ne siano le centinaia di proteste e segnalazioni di carenze strutturali (dei servizi turistici, della qualità ambientale del territorio, ecc.) che giungono presso le sedi delle associazioni ambientaliste e di consumatori.
Ed è proprio a San Giovanni Rotondo che gli operatori turistici hanno chiesto, proprio l'anno scorso, la dichiarazione di stato d'emergenza per il settore a fronte della forte crisi e del fenomeno di forte esposizione nei confronti degli istituti di credito. La soluzione che tanti lasciano intravedere è la trasformazione degli alberghi realizzati grazie alla legge 3, in deroga agli strumenti urbanistici, in civili abitazioni. Anche in questo caso insomma si pensa di poter risolvere i problemi strutturali legati allo sviluppo turistico dell'area con una risposta semplicemente immobiliare: nessuna idea, nessuna politica di rilancio e di valorizzazione del territorio, anzi in alcuni casi si è registrato addirittura una netta contrarietà nei confronti delle politiche del Parco Nazionale, che in questo momento sta realizzando, unico organismo istituzionale, una straordinaria opera di marketing territoriale, partendo dalle risorse e dagli elementi di ricchezza del Gargano.
La risposta alla crisi del settore continua ad essere insomma la solita vecchia risposta che da decenni gli operatori del settore, soprattutto nel sud Italia, sono in grado di presentare. Nessuna idea, nessun'attività di promozione e valorizzazione del territorio, nessuna politica di marchi, di consorzi, di certificazione delle strutture turistico ricettive. Solo mattoni e cemento, il buon vecchio cemento, metri e metri cubi da tirare su magari con l'aiuto di generosi fondi pubblici, senza alcuna preoccupazione su come riempire questi nuovi posti letto che si vanno a realizzare.
La risposta insomma è vecchia e banale: cemento. O forse si vuole solo esorcizzare la crisi costruendo a più non posso. Il Gargano del ventunesimo secolo sembra difatti l'Italia del boom economico. Progetti di cantieri in ogni dove: alberghi, villaggi turistici, villette. Se è vero che l'industria manifatturiera è in crisi quella edile sul Gargano e nella intera Capitanata deve essere al settimo cielo: ci sono dei casi in cui crescono gli alloggi di edilizia residenziale anche dove l'ultimo censimento registra un calo demografico vertiginoso.
Per noi questi rappresentano i misteri di una terra che accanto alle bellezze solari che compongono lo splendido affresco del Parco Nazionale del Gargano, ci offre anche tante ombre che la rendono, lo confessiamo, a tratti inquietante.
Legambiente è convinta che oggi puntare ad aumentare il numero dei posti letto rappresenta una vera e propria condanna a morte per il turismo e un suicidio per l'intera economia del Gargano. Questo perché si utilizzano risorse pubbliche e private (più pubbliche in verità) non già per innalzare la qualità dell'esistente verso una domanda turistica che cambia in direzioni sempre più sofisticate, ma per aumentare l'offerta facendo ulteriormente perdere di valore quello che già sul mercato turistico è svalutato. Il 'peso del cemento' finisce infatti per rovinare tutti quei valori che fanno del Gargano una meta turistica: dal paesaggio al mare pulito, dai monumenti storici a quelli naturalistici dell'entroterra, dalle produzioni di qualità al senso d'identità di tante comunità, in definitiva quel senso di autentico che rappresenta spesso l'unico vero motivo del viaggio. Chi lo dimentica, o non ne tiene conto, commette un errore strategico. Oppure, in malafede, vuole speculare inventandosi alberghi che non servono, infrastrutture in doppio o triplo, il turismo dei casinò, dei parchi divertimenti e tutto quanto una persona intelligente penserebbe per l'hinterland milanese...non certo per il Gargano.
Oggi occorre lavorare per lanciare un turismo di qualità, radicato nel territorio e nei suoi valori culturali ed enogastronomici. Occorre dare corpo al progetto Parco Nazionale del Gargano facendo della qualità ambientale la bandiera del nostro territorio. Quanto sta accadendo viaggia invece nella direzione opposta.
Legambiente denuncia con forza il massiccio ricorso all'Accordo di Programma che, da procedura eccezionale, è diventato ormai nella pratica il normale percorso per la concessione di autorizzazioni edilizie sempre, vale la pena ricordarlo, in deroga ai piani regolatori. I Piani regolatori sono la vittima di questa pratica che a nostro avviso ha raggiunto livelli patologici, rendendo ormai possibile costruire di tutto, in qualsiasi modo ed in qualsiasi posto.
Il continuo ricorso all'Accordo di Programma, al di là di quello che può sembrare, rende inoltre più difficile la partecipazione democratica e la trasparenza e nel contempo rende ancora di più le decisioni soggette al potere politico quando si crea l'asse tra Comune e Regione. E' quello che purtroppo sta accadendo sul Gargano, dove sono stati siglati Accordi di Programma anche in assenza di pareri espressi da altri enti decisori, ed addirittura in assenza del parere del Parco Nazionale o della Sovrintendenza. Con l'affermarsi di una tale pratica si afferma di fatto il principio del 'diritto a costruire' in perfetta negazione del principio della pianificazione del territorio.
Di seguito abbiamo stilato un elenco di esempi che, per il loro valore simbolico ed esemplificativo, servono a dare l'idea di quello che sta accadendo. Si tratta di un primo elenco, purtroppo temiamo ancora parziale, di progetti attualmente in discussione o comunque non ancora cantierizzati.
In un secondo elenco abbiamo invece raccolto una 'antologia' di ecomostri o di opere inutili e che hanno rappresentato (alcuni indubitabilmente, altri a nostro avviso) unicamente uno sperpero di denaro e di suolo pubblico.

PICCOLI E GRANDI ECOMOSTRI PROSSIMI VENTURI

Manfredonia, dove anche il mare diventa edificabile
Il nuovo Porto Turistico è un progetto eccessivo: per numero di posti barca (dai 1200 ai 2000 a seconda delle diverse versioni del progetto), per quantità di cemento che si vuole riversare in mare e sulle coste, per i costi esorbitanti (30 milioni di Euro degli 80 previsti dal contratto d'area). Si tratta di un'opera faraonica che non ha alcun rapporto con le reali esigenze del territorio. Il progetto presentato al Comune prevede addirittura il riempimento di sette ettari di bacino sui quali edificare migliaia di metri cubi di volumi commerciali. Il sospetto in questo caso è che dietro un porto, di per sé abbastanza inutile, si nasconda in realtà un business fatto, anche in questo caso, di buona, vecchia speculazione immobiliare. Non potendo costruire sulla terraferma insomma, si arriva addirittura a costruire sul mare.

Monte S. Angelo, bagnanti o scalatori?
Una colata di cemento sulla Piana di Macchia: tra alberghi, villaggi turistici ed edilizia residenziale è torbido e devastante il progetto dell'amministrazione comunale per la Piana costiera del suo territorio comunale. Uno straordinario pezzo di territorio miracolosamente scampato finora alla cementificazione è oggi interessato da progetti di alberghi e villaggi turistici per un totale di 5000 posti letto. Vale la pena evidenziare il modo con il quale l'Amministrazione Comunale è giunta alla definizione di questa cifra: in questo caso si è fatto ricorso a una legge regionale che prevede la possibilità di quantificare i posti letto sulla base della lunghezza della costa praticabile (un bagnante/posto letto ogni due metri di costa praticabile).
Ebbene, degli 11,7 km di costa del Comune di Monte S. Angelo l'Amministrazione arriva a dichiarare che sarebbero ben 10 i chilometri di costa praticabile. In realtà si tratta per buona parte di costa alta e rocciosa sulla quale lo stesso Comune appone periodicamente il divieto di balneazione per il rischio che deriverebbe ai bagnanti dalla frequentazione del litorale. Intanto, nel comune sede del Parco Nazionale, il territorio è in abbandono ed il pregevole centro storico è una fabbrica edile fuori controllo...

Mattinata ogni tanto 'ci riprova'
Ancora progetti alberghieri che si vogliono realizzare con i contributi del contratto d'area. In particolare è inaccettabile la lottizzazione dell'area del porto turistico, che deturperebbe una zona di interesse paesaggistico ed archeologico: tra ville romane e necropoli daune dovrebbero sorgere in quest'area due nuovi alberghi decisamente 'fuori taglia' e 'fuori luogo'.

Vieste l''insaziabile'
È notizia recente la firma del Presidente Fitto di nuovi accordi di programma per la realizzazione di sette alberghi nel territorio comunale, mentre si discute anche di tre villaggi turistici in località 'La Salata'. Con l'espediente del 'completamento' (che consente varianti al Prg per nuove edificazioni di completamento) si sta portando a termine lo scempio, purtroppo già abbondantemente compiuto, delle coste viestane. Il tutto nonostante Vieste detenga già il 20% del totale dell'offerta turistico alberghiera provinciale.

Peschici e 'le campagne elettorali': 18 progetti per un totale di 1.135 posti letto
Decine di progetti alberghieri in discussione ed in via di realizzazione, la maggior parte dei quali insistono su aree di pregio ambientale. Tutti progetti presentati in occasione dell'ultima campagna elettorale per il voto amministrativo: nonostante Peschici sia già, assieme a Vieste, il comune con il maggior numero di posti letto del promontorio. Anche in questo caso la percentuale provinciale è del 20%.

Cagnano Varano 'Hammamet golf club'
Faraonici i due villaggi turistici, per un totale di settemila posti letto (quasi la metà dell'attuale offerta costiera di posti letto) che le società 'Tenuta del Gargano' e 'Saint Michelle' vogliono realizzare nelle zone di maggior pregio ambientale del territorio comunale. In questo caso siamo di fronte a una sorta di delirio coloniale che intende ridisegnare un intero territorio con strutture turistiche buone forse per le coste del nord Africa, ma certo fuori luogo e fuori scala rispetto a queste latitudini.
Sulle rive del lago di Varano in località Capoiale e sulla sottile striscia di terra che separa il lago dal mare, unica e straordinaria dal punto di vista naturalistico, si progetta di realizzare anche un eliporto, un cinema multisala, l'immancabile campo da golf, parcheggi... Il campo da golf è certamente l'opera che colpisce di più. Ci sarebbe da chiedersi con quale acqua si pensa di innaffiarlo? Avranno deciso di prosciugare il lago?

Lesina - Poggio Imperiale: 'un volo di fantasia'
Un aeroporto per il Gargano! per voli intercontinentali. Sarebbe il terzo della provincia di Foggia dopo quello militare di Amendola e quello civile di Foggia, ancora chiuso per beghe politiche. La provincia di Foggia si troverebbe così di colpo a capeggiare la classifica delle località del meridione con il maggior numero di aeroporti. Cos'è che interessa? Volare o costruire aeroporti? Un inutile scempio di denaro e di suolo.

ANTOLOGIA DI ECOMOSTRI

Rodi Garganico: l'albergo sulla spiaggia.
Contro il parere del Parco si sta costruendo un albergo sulla spiaggia di Rodi Garganico. Visitare per credere.

Baia dei Campi: ecomostro storico, 'il Centro Direzionale'.
Una struttura enorme, costata una trentina di miliardi di vecchie lire, voluta contro ogni ragionevole buon senso sulla costa di quella che era la più bella baia del Gargano. A nulla sono valse le più fiere battaglie ambientaliste: dopo decenni dal completamento non sanno ancora cosa farci, mentre la struttura cade a pezzi.

San Giovanni Rotondo: l'ecomostro 'politico', la Masseria Agropolis.
Costruita nel fondo dell'antico lago di S. Egidio (in territorio di S. Giovanni Rotondo), con sistemi complessi e costosi di drenaggio continuo per evitare che finisca sott'acqua, costata trenta miliardi di vecchie lire, la Masseria Agropolis finisce per chiudere, preda di un vergognoso mercimonio politico ed elettorale, che vede la Comunità Montana del Gargano incapace di trovare qualsiasi soluzione. Decine le famiglie sul lastrico.

Il Porto industriale di Manfredonia: la 'tangentopoli foggiana'.
Un'infrastruttura costosissima, dall'impatto ambientale devastante, nota alle cronache per storie di tangenti (i famosi 'nastri d'oro', mai utilizzati) attualmente cadente, anche se sottoutilizzata nel passato e nel presente.

Gli impianti industriali dell'ex Enichem: Al capezzale del 'caro estinto'...
Le bonifiche a rilento e lo smontaggio degli impianti di là da venire, dopo alcuni lustri dalla chiusura del petrolchimico, ciminiere, impianti e serbatoi sono ancora lì che incombono sul litorale di Manfredonia e Monte S. Angelo. Intanto quasi tutta la reindustrializzazione sta avvenendo su altri suoli, di pregio naturalistico ed ambientale. Mentre chi ha inquinato gestisce il disinquinamento.

Il 'Giubileo' di San Giovanni Rotondo: l'ecomostro 'collettivo'.
Alberghi di ogni dimensione costruiti a centinaia in occasione dell'euforia edilizia del Giubileo per un totale di 7000 posti letto, in totale dispregio di ogni disegno urbanistico. Mai come in questo caso è evidente che realizzare posti letto non significa automaticamente riempirli. Ora a pagarne le conseguenze è un'intera comunità che vede transitare velocemente milioni e milioni di pellegrini, ma non riesce a intercettarne neppure uno. Gli alberghi non sono mai decollati e hanno provocato il crack dell'industria turistica legata al culto di S. Pio.

Per firmare la petizione contro la colata di cemento che rischia di sommergere le coste del Gargano è possibile collegarsi al sito di Legambiente http://www.legambiente.com.

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