Al convegno 'L'altra Energia', organizzato per la giornata di ieri dal Treno Verde di Legambiente e Trenitalia a Palazzo Dogana, si è discusso sullo sviluppo energetico della Puglia, sulle scelte compiute e quelle mancate in questi anni.
Soprattutto per effetto dell'assenza di un piano energetico ambientale, si sta assistendo all'insostenibile proliferazione di proposte e progetti di nuove centrali termolelettriche: se dovessero effettivamente realizzarsi tutti gli impianti per i quali è stata avviata la procedura di Valutazione di impatto ambientale, si rischierebbe di avere nel 2005 centrali termoelettriche capaci di erogare oltre 40 Twh (miliardi di chilowattore), a fronte di una domanda regionale pari a 17 Twh. Insomma, una offerta di energia elettrica decisamente sovradimensionata rispetto ai fabbisogni pugliesi.
Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente, ha affermato che '...insistere su megacentrali significa puntare ancora una volta su vecchi stereotipi economici, che già si sono dimostrati fallimentari in Puglia, come in ambito nazionale. Le nuove sfide in materia di energia dovranno rispondere piuttosto a linee generali di pianificazione, di programmazione e corretta progettazione, sulla base del reale fabbisogno e dell'impatto ambientale.
Occorre, in sostanza, l'attuazione di un Piano Energetico Ambientale Regionale in tempi brevi, unica concreta risposta al problema energetico della Regione che preveda innanzitutto la risoluzione dei problemi connessi a vecchie centrali inquinanti, soprattutto quelle a carbone, che punti sul risparmio energetico, la promozione delle fonte rinnovabili. Sono l'eolico, il solare e la micro-cogenerazione le nuove frontiere dell'energia da sostenere'.
E sulla necessità di incoraggiare gli spazi della partecipazione democratica Ferrante ha aggiunto che '...stiamo assistendo a una assurda compressione degli spazi di controllo dei cittadini nei processi decisionali in tema di energia: le nuove leggi, come nel caso del decreto Marzano, o regolamento 'sblocca centrali', tendono a semplificare e ad accelerare le procedure, attraverso le conferenze di servizi e la rapida definizione di istruttorie amministrative. I cittadini in questo modo conteranno sempre meno. Mentre la politica energetica, forse, continuerà a farsi sulla loro pelle'.