La visita del Direttore Generale di Legambiente, Francesco Ferrante, il 27 febbraio scorso alla costruenda Centrale di Candela ha voluto dimostrare quale attenzione Legambiente mostri verso questo tipo di centrali. Come ogni impianto industriale, la Centrale deve essere monitorata attentamente per l'impatto ambientale e in questo caso, in particolare, per l'impatto su un territorio a forte vocazione agricola.
Sicuramente ci saranno modificazioni ambientali in questa area, a partire dalle emissioni costituite da ossido di azoto e biossido di carbonio (il 'gas serra' per definizione) e a polveri sottili e ossidi di zolfo che porteranno ad una modifica della composizione dell'aria con danni alla salute umana. Importante, quindi, creare da subito un'adeguata rete di rilevamento e monitoraggio dell'inquinamento.
L'impatto ambientale della centrale non si fermerà a Candela e dintorni perché una volta prodotta l'energia dovrà essere trasportata per essere immessa in rete in Via Sprecacenere a Foggia.
Il che significa la costruzione di un elettrodotto con immensi tralicci di 16x8 mt. sul percorso Candela - Foggia, con una notevole ricaduta in termini di impatto ambientale e con notevole inquinamento elettromagnetico che andrà a ledere la salute di chi, suo malgrado, è costretto a vivere e lavorare nelle vicinanze, specie in Via Lucera, nelle vicinanze dell'abitato di Foggia.
L'elettrodotto di 380Mw, affidato a Terna, dovrebbe essere interrato e schermato, come prevede il Regolamento comunale per l'installazione e l'esercizio di sistemi ed apparecchiature generatori di campi elettromagnetici del 2002, ed invece, da numerose segnalazioni di cittadini, i contratti presentati ai proprietari dei fondi interessati alla servitù di passaggio, fanno riferimento alla posa in opera di cavi e tralicci.
Sembra che il percorso della linea proposta stia subendo varie modificazioni di tracciato, l'ultima delle quali allunga irrazionalmente il percorso e favorisce alcuni proprietari e ne sfavorisce altri.
II contratto 'capestro' proposto (paventando, tra l'altro, in caso di rifiuto, una riduzione del compenso) sotto la forma di 'servitù' di passaggio, si presenta in realtà come un vero e proprio esproprio con clausole che tutelano unicamente gli interessi della società costruttrice e che di conseguenza limitano enormemente le attività dei proprietari dei fondi. Il nuovo percorso della linea per il trasporto dell'energia prodotta a Candela passerà nelle immediate vicinanze di Posta di Santa Cecilia (riserva di caccia di Federico II°).
Che cosa è successo e sta succedendo?
Legambiente attende delle risposte certe dalle persone e/o Autorità competenti (Comune e Provincia) e chiede chiarezza e che si verifichi la legalità di quanto sta accadendo.
Il principio di precauzione e la tutela della salute pubblica fanno si che il trasporto dell'energia venga effettuato con l'interramento e la schermatura.
Altro problema da controllare con attenzione è l'impatto del costruendo elettrodotto Candela- Foggia, specialmente nel suo tratto terminale all'interno del capoluogo di provincia.