Tra 'Scream' e 'The Ring', 'Phone' propone tutte le nuove mode degli ultimi horror, quelli dove l'assassino minaccia sempre attraverso i mezzi di comunicazione della nuova generazione come il computer o il cellulare. Anche in questo caso, il mistero ruota attorno alle solite fatidiche domande: Chi è il killer? C'è una presenza sovrannaturale o è tutta opera di mani umane?
Ma attenzione, la vera domanda inquietante, quella senza risposta è: Come diavolo ha fatto questo film a diventare uno dei maggiori incassi in patria?! Certo, è risaputo che critica e pubblico vanno d'accordo raramente, ma mi è veramente difficile trovare risposta a questo quesito.
Ci sono relativamente due tipi di audience che andranno al cinema per Phone: da una parte i cinefili veri e propri, dall'altra i teenagers fans dell'horror e del suspence.
È quasi palese che il gruppo dei cinefili rimarrà deluso: la sceneggiatura scivola pian piano nel vortice tortuoso della storia, passando per il punto dove ormai la noia più tragica si fa sentire per la troppa ripetitività degli eventi (dopo mezz'ora non se ne può più degli squilli del telefonino), fino al gran finale che ignora i tanti buchi scoperti in precedenza, in una vera festa di banalità che sfiora quasi il ridicolo.
Ma ancora più grave, Phone deluderà anche l'altro pubblico, quello dei ragazzi fanatici dell'horror che si accontenterebbero di alcune scene mozzafiato. Certo, grazie ancora una volta alla classica tecnica dell''Alza Volume Improvvisamente', alcune scene riescono anche a dare un tocco di brivido, e la bambina posseduta inquieta veramente (storpiato pero dal pessimo doppiaggio), ma questo non basta comunque in quanto manca del tutto il ritmo serrato e dinamico che il giovane audience richiede nei film di questo genere.
Insomma, Phone non fa nemmeno paura.
Pierre Hombrebueno è web critico di www.cinemaplus.it e Presidente dell'Italian Online Movie Awards