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3/1/2005

PUGLIA, TURISMO E CULTURA
Come il patrimonio culturale locale può diventare volano di sviluppo economico
di Antonio Gelormini
Solo il tempo ci dirà se davvero la prima Borsa del Turismo Religioso e delle Aree Protette segnerà una svolta per i 190 esercizi ricettivi e i circa 6.500 posti letto di S. Giovanni Rotondo e se davvero con questo appuntamento 'si sono azzerate le distanze fisiche tra la domanda internazionale e nazionale e l'offerta locale e regionale' (M. Di Bari - G.d.M. del 6/12/04).
Per il momento, al di là dei rilanci d'agenzia, facendo un giro in loco si raccoglie molto scetticismo, anche se frammisto a tanta speranza. Quello, però, che sorprende è che la mancanza di entusiasmo si registra soprattutto fra gli operatori locali del settore, quelli cioè direttamente interessati e che dovrebbero essere gli artefici della ripresa.
Temo che non basti l'organizzazione di una Borsa del Turismo Religioso per fare di S. Giovanni Rotondo e Monte S. Angelo delle mete alla pari di Roma, Assisi o Padova. E penso che sia da minimalisti considerare questo appuntamento come 'l'evento dell'anno per la Puglia turistica' (M. Patano - Cotup, G.d.M. del 6/12/04).
Il rilancio della destinazione Puglia va giocato su ben altri percorsi, rispetto all'enfatizzato segmento del turismo religioso. Una Puglia all'altezza delle sue tradizioni e della sua storia deve puntare su qualità e tipicità per riconquistare potere d'attrazione della domanda e capacità di prolungare i periodi di soggiorno dei propri visitatori. Magari riuscendo a renderli anche meno occasionali.
Vanno in tal senso i cambiamenti intervenuti in questi anni nei modelli di consumo turistico e culturale. Le tendenze registrano un abbandono progressivo delle destinazioni tradizionali, delle offerte standardizzate, dei consumi di massa, dei periodi di vacanza definiti e circoscritti. Esse testimoniano una scelta attenta non solo a nuove destinazioni, ma anche a prodotti più ricchi di significati e di contenuti, di autenticità e di identità locali.
La ricerca della cosiddetta 'vacanza totale' evidenzia una propensione a fare del proprio viaggio un'occasione di appagamento di una pluralità di bisogni e di desideri, e quindi la preferenza per mete che presentano un livello elevato o una vasta gamma di servizi in aggiunta all'attrattiva-base.
Di fronte a questo nuovo orientamento della domanda, in un quadro di forte competizione internazionale, il patrimonio culturale delle nostre aree può davvero diventare un volano per lo sviluppo economico locale.
Ecco, allora, che l'entroterra diventa una fonte inesauribile di opportunità per se stesso e per la costa, una risorsa senza eguali di proposte originali, il vero valore aggiunto all'offerta turistica balneare.
Per far questo, però, va abbandonata l'ottica individualistica o campanilistica dell'offerta e vanno aggregate e integrate le risorse e i servizi all'interno di aree connotate da identità territoriali forti e riconoscibili. Col preciso ulteriore obiettivo di continuare a fare sistema ai diversi livelli contestuali, mettendosi in relazione fra ognuna e con quelle analoghe realtà presenti sul territorio regionale.
Il 'distretto culturale', a questo punto, può diventare uno dei punti nodali di base per la creazione di una rete di attrattori turistico-culturali di un territorio in un sistema di offerta integrato in grado di attrarre e trattenere domanda.
Puntare sulla creazione di distretti culturali, vuol dire favorire la nascita di piccoli sistemi di offerta territorialmente circoscritti, coincidenti con un'area ad alta densità di risorse culturali e ambientali di pregio, caratterizzati da un elevato livello di articolazione, qualità e integrazione dei servizi rivolti all'utenza, sia culturali che turistici, e da un marcato sviluppo delle filiere produttive collegate.
In definitiva, il distretto culturale, come area di comuni e di comunità, può diventare il primo nucleo aggregante di un sistema turistico non solo locale, ma integrato e funzionale al più grande rilancio della destinazione Puglia.
Daunia Vetus (www.dauniavetus.altevista.org), il distretto culturale nato in Capitanata, è la prima realizzazione di questa idea progettuale, al momento forse unica, nella realtà regionale pugliese e non solo. Il suo impegno di aggregazione e la sua carica di innovazione hanno suscitato l'interesse delle Fondazioni Bancarie dell'ACRI (Associazione delle Casse di Risparmio Italiane), che hanno voluto assicurare le prime risorse per l'avvio del distretto culturale, che in questo caso fa perno su un polo museale, quale nodo di attrazione e di collegamento per lo sviluppo delle iniziative turistiche e culturali del Pre-Appennino Dauno.
Il fatto che alcune Fondazioni Bancarie del Nord abbiano deciso di intervenire su un progetto che riguarda il Sud e di credere in un'iniziativa, un metodo e un modello tipicamente meridionali, la dice lunga sulle potenzialità e sulle prospettive di sviluppo indicate dalla formula.
La Puglia può tornare ad essere 'una regione per gente dal palato fino' (P. Belli D'Elia). Istituzioni, imprenditori e operatori in generale devono esserne consapevoli. Bisogna crederci fino in fondo e fare in modo che un'azione programmatica definita, incisiva e coinvolgente accenda l'orgoglio di tutti e stimoli l'impegno di ognuno.

Antonio V. Gelormini è Dirigente Turismo - Responsabile del progetto Daunia Vetus

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