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1/3/2005

UN GRIDO D’ALLARME CONTRO IL 'SILENZIO ASSENSO'
Colloquio con il prof. Salvatore Settis
di Antonio Gelormini
'La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione'.
Così è sancito, con l'articolo 9 della Costituzione Italiana, uno dei principi fondamentali della Repubblica, che il presidente Ciampi non si stanca di ricordarci, invitandoci con forza a non sottovalutarlo.
Sottolinea Ciampi: 'E' forse l'articolo più originale della nostra Costituzione repubblicana, che infatti trova poche analogie nelle costituzioni di tutto il mondo. La Costituzione ha espresso come principio giuridico quel che è scolpito nella coscienza di ogni italiano: sviluppo, ricerca, cultura, paesaggio, patrimonio formano un tutto inscindibile. Anche la tutela, dunque, dev'essere concepita non in senso di passiva protezione, ma in senso attivo e in funzione della cultura dei cittadini. Essa, pertanto, deve rendere questo patrimonio fruibile da tutti'.
'Non va, certo, in questo senso la legge-delega approvata sull'ambiente, che contiene una sciagurata sanatoria di ogni possibile illecito paesaggistico, anche i più gravi, in tutto il territorio nazionale'. A denunciarlo è il prof. Salvatore Settis, direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, del Getty Resaerch Institute di Los Angeles, storico dell’Arte e dell’Archeologia: un’autorità indiscussa nel campo. 'E come se non bastasse, aggiunge, il governo si accinge a varare un nuovo atto normativo, che sotto l’innocua etichetta di 'Semplificazione della regolamentazione' contrabbanda la morte annunciata della tutela in questo Paese'.
Fino ad oggi i beni culturali vincolati erano esclusi dall’applicazione di quella che qualcuno ha chiamato 'la formula magica Dia' cioè Dichiarazione di inizio attività. Ovvero dalla possibilità, secondo l’articolo 19 della legge 241/1990, di sostituire con un'autocertificazione, dei prerequisiti richiesti (Dia), il nulla-osta amministrativo per l'autorizzazione pubblica di alcune attività private, salvo che l'amministrazione competente vi si opponga entro 60 giorni.
Con la nuova normativa proposta dalla Funzione Pubblica, al contrario, la salvaguardia viene soppressa e per la prima volta nella storia d'Italia, anche le autorizzazioni relative a beni soggetti a tutela vengono sottoposte al meccanismo della Dia.
L'intero sistema della tutela, in tal modo, verrà governato non più dall’art. 9 della Costituzione, bensì dal pessimo principio del silenzio assenso. A tal proposito, l'eccellente giurista Silvio Martuccelli sul Sole 24 ore (9/5/04) commentava: 'Strano modo di utilizzare il silenzio assenso. Nato per tutelare il cittadino dinanzi all'inerzia della pubblica amministrazione, il paradosso vuole che diventi un espediente tecnico attraverso il quale lo Stato, a danno della collettività, elude il vincolo di inalienabilità dei beni culturali. Il silenzio non ha di per sé alcun significato giuridico. E' il legislatore che sceglie se attribuirgli un significato, e quale. Se (nel caso dell’alienazione di beni culturali pubblici) il legislatore avesse privilegiato l'interesse a tutelarli, avrebbe attribuito all'eventuale silenzio dell’amministrazione il valore di un diniego; poiché gli ha dato invece valore di assenso, è chiaro che ha considerato l'interesse a vendere come prevalente sulla tutela'.
In questo, lo zampino dell'allora ministro dell'Economia Tremonti non è estraneo.
In tal modo il concetto nobile di tutela viene abbattuto e il suo esercizio, da parte delle pubbliche amministrazioni, da obbligatorio che era, diventa opzionale e discrezionale. La libera iniziativa e la proprietà dei privati diventano principio fondamentale, mentre la tutela dei beni culturali diventa una eventualità subordinata e accessoria. La Costituzione stessa viene stravolta e deturpata, contro ogni principio, da una norma ordinaria, senza passare per il Parlamento.
In pratica, i cittadini, che la Costituzione vuole titolari e proprietari del patrimonio culturale della Nazione, rischiano di essere ridotti a spettatori impotenti di uno scempio senza nome.
E' per questo che il prof. Settis sostiene che: 'Un tema come la tutela, che risuona nelle coscienze di moltissimi italiani, non è e non deve essere appannaggio di questa o di quella parte politica. Sulle questioni di principio, sul carattere del nostro patrimonio culturale come costitutivo della storia e dell'identità del Paese, noi cittadini dobbiamo esigere dai politici di ogni parte, che noi e non altri abbiamo delegato ad amministrare la cosa pubblica, il rigoroso rispetto dei principi costituzionali. E' accaduto pochi mesi fa quando non solo l'opposizione, ma parti significative della maggioranza e dello stesso Governo bloccarono la vergognosa proposta di condono ai tombaroli e ai ricettatori. Può e deve accadere ancora con quest'altra proposta non meno indecente'.
Sulle colonne del Corriere della Sera, qualche tempo fa, Antonio Cederna scriveva: 'Tutela, salvaguardia, difesa, conservazione appaiono talvolta parole sgradite a chi è (o vuole essere) indifferente a difendere ciò che si chiama un bene culturale o a salvaguardare un ambiente naturale insidiato dalla speculazione. Tale indifferenza si estrinseca con l'accusa di voler imbalsamare o mummificare l'ambiente e arriva a far scambiare per 'morte' fotosintesi, funzione clorofilliana, vita vegetale e animale, cicli ed equilibri biologici. Con la conseguente e paradossale proposta di 'vivificare' il tutto con installazioni tecnologiche o metri cubi di cemento, convinti che una buona lottizzazione 'migliori' ambiente e paesaggio. Che poi il risultato di questa pretesa sia la privatizzazione a vantaggio di pochi, la lenta morte di bosco e sottobosco, la sottrazione di spazio vitale alla collettività, non interessa. Quel che conta è fare quattrini a spese del territorio'.
Diventano, pertanto, di evidente attualità 'la ragionevole follia dei beni comuni', dell’ Homo civicus di Franco Cassano (Edizioni Dedalo, Bari - 2004), la loro difesa e quindi la dignità di ogni essere umano. La rivalutazione dell'importanza dell'impegno civile, attraverso l'esercizio di una sana cittadinanza attiva. Il risveglio di emozioni condivise per rinforzare i legami sociali e dare incisività al processo di crescita e partecipazione dell’intera comunità.
gelormini@katamail.com

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