La coltre di neve dei Castelli Romani, lo straripamento di torrenti e la tracimazione della diga di 'Occhito' nel foggiano, con conseguenziale allagamenti e chiusura di tratti stradali di grande comunicazione, nonché l’interruzione della linea ferroviaria adriatica non hanno impedito lo svolgimento del raduno del popolo dei Peschiciani a Roma. La giornata è iniziata con il raduno dei partecipanti al Centro convegni 'Mondo Migliore' nel Comune di Rocca di Papa, dove due nostri amati concittadini, stabilitosi fin dalla tenera età nella regione Lazio, monsignor Giovanni Masella, parroco della Cattedrale di Albano e Frate Michele Masella Padre Superiore all’Eremo di Montevirgilio nel Braccianese (fratelli), hanno concelebrato per questa comunità la Santa Messa, arricchita dall’omelia evangelica e da un inciso relativo all’iniziativa, ritenuta meritevole a tenere unito persone, cultura e fede di una stessa radice.
Una foto di gruppo, ben orchestrata dal 'fotoreporter ufficiale' Enzo Pupillo, documenterà per la storia questo 3° incontro.
Foto di gruppo fuori dal complesso 'Villa Fiorita'
Il lussuoso complesso di ristorazione 'Villa Fiorita' nei Castelli Romani, ha ospitato il gruppo dei Peschiciani a Roma e ben servito il menù concordato in precedenza con gli organizzatori del raduno.
La 'Linea Maginot', schierata con la forza delle sue avverse condizioni metereologiche e l’insistenza del virus influenzale, nel tentativo di dividere ed annullare il tradizionale incontro, 'è stata abbattuta', dimostrandosi, come nella realtà storica, inadeguata, tant’è che il numero dei partecipanti, seppure ridotto, viene ritenuto dai presenti e dallo staff organizzativo numeroso e soddisfacente.
Prendendo la parola per un breve intervento, il concittadino Peppino Tavaglione, sulle note della canzone del cantautore Riccardo Cocciante, ha invitato i presenti a meditare sulle parole: '
Se stiamo insieme ci sarà un perché/ se stiamo insieme qualche cosa c’è /che ci unisce ancora stasera ...', la risposta condivisa all’unanimità è: '
Perché abbiamo una unica e inconfondibile matrice che ci lega e ci fa sentire vicini, solidali, fratelli, nel ricordo della nostra amata terra ... Peschici'.
Sulla base di ciò viene fatto un appello accorato nel meditare sulla portata sociale di questi incontri che con orgoglio tutta questa collettività sta portando avanti, al fine di arrivare ad un convincimento che l’identità a cui apparteniamo, quali figli di Peschici, non può e non deve scomparire, quindi uno sforzo di tutti a portare avanti questi incontri perché essi sono una ricchezza sociale, storico-culturale, di tradizioni, di dolci e teneri ricordi.
Il caso ha voluto che questo incontro cadesse il 6 marzo, giorno di nascita (6 marzo 1933) di un nostro concittadino, ora defunto, che con orgoglio, genialità canora e serietà professionale, ha portato nel mondo il nome di Peschici.
Stiamo parlando di Nico Ventura, umile ragazzo del sud, che emigrò a Biella all’inizio degli anni ’50, dove inizia la sua carriera breve ma intensa, quale cantante professionista negli anni ‘60/’70.
Le cronache dell’epoca lo descrivono come un personaggio timido, che quando sale in scena riesce a tirar fuori una voce che ricorda quella di Luciano Tajoli, entrando a far parte di quella corrente melodica che in America trova la massima espressione in Frank Sinatra ed in Italia all’attualissimo Nicola Arigliano.
Per tutta la durata del pranzo, in omaggio a questo nostro concittadino cantante, in sala sono riecheggiati i suoi successi: Diavolo, Primavera, Svegliati, Concerto azzurro ed altri motivi interpretati magistralmente e dolcemente dalla sua voce.
La giornata si è chiusa con i ringraziamenti a quanti hanno partecipato e collaborato a questa appassionante iniziativa. Un ringraziamento particolare è stato rivolto all’amico Peppino D’Antuono, regista meticoloso del coordinamento organizzativo.
Nel congedarci, baci e auguri hanno svolazzato per tutta la sala, con un ciao al prossimo incontro!
Peppino Tavaglione