Il Dipartimento di Scienze Economiche Matematiche e Statistiche della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Foggia, in collaborazione con l’Assessorato alla Pubblica Istruzione della Provincia di Foggia, Mathesis e la Fondazione Caripuglia, ha organizzato un convegno dal titolo 'Un secolo dall’Annus Mirabilis di Einstein' che si è tenuto questa mattina presso l'Aula Magna della Facoltà di Economia (Via Caggese, 1).
Nel 1905 Albert Einstein pubblicò una serie di articoli in cui pose le basi della teoria della relatività, dell'effetto fotoelettrico e del moto browniano. Il 2005 è stato proclamato dall'Unesco 'Anno Mondiale della Fisica' e, nell'ambito delle celebrazioni di tale ricorrenza, questo convegno si propone l'obiettivo di celebrare Einstein non solo come scienziato, ma anche come uomo di pace.
La Fisica di Einstein ha rivisto dalle fondamenta alcuni pilastri fondamentali per la comprensione dell’universo. Le nozioni di spazio, tempo, materia e casualità hanno subito grazie a lui un capovolgimento senza precedenti. Nello stesso tempo la nuova fisica riassorbiva al proprio interno la sua visione classica. Infatti la teoria della gravitazione sviluppata da Newton nel XVII secolo diventava un caso particolare della teoria della relatività generale.
La figura di Einstein è importante anche come filosofo della scienza, poiché egli sosteneva che '
La scienza senza filosofia è arida e che la filosofia senza scienza è vuota'. Nel 1941 egli scriveva: '
Cosa ha da sperare e da temere l’umanità dal metodo scientifico? Non penso che questo sia il modo giusto per affrontare il problema. Questo strumento può produrre nelle mani dell’uomo cose molto diverse: tutto dipende dalla natura degli obiettivi sentiti come importanti. Una volta stabilita l’esistenza di tali obiettivi, il metodo scientifico fornisce i mezzi per raggiungerli. Esso non può, però, indicare gli obiettivi! Il metodo scientifico di per sé non avrebbe condotto in alcuna direzione, non sarebbe neppure sorto senza l’appassionata aspirazione alla conoscenza'. Una riflessione che diventa, oggi più che mai, utile a tutti quei giovani che vogliono scegliere studi scientifici in un Paese che li respinge.